Charlie, il Bambin Gesù si offre di accorglierlo: "Difendiamo la vita"
Trump contatta la famiglia: "Se possiamo, felici di aiutarlo..."
Parole che molto probabilmente fanno piacere a Chris Gard e Connie Yates, i genitori del piccolo, rimasti al suo fianco negli ultimi giorni dopo che i dottori avevano concesso una inattesa proroga venerdì scorso di fronte alle ripetute richieste della famiglia che li ha implorati di aspettare a staccare i macchinari che tengono in vita il figlio. I Gard avevano lanciato (e perso) una battaglia legale, arrivata fino alla Corte di Strasburgo, per tentare di portare proprio negli Usa il bambino e sottoporlo ad una terapia sperimentale.
Ma i medici britannici avevano opposto il loro rifiuto affermando che Charlie avrebbe sofferto troppo e inutilmente perchè la sua malattia, la sindrome da deperimento mitocondriale, non sarebbe curabile. Secondo una portavoce della Casa Bianca, i funzionari dell'amministrazione Trump hanno parlato coi genitori del bimbo coinvolgendo le autorità di Londra e stando a Sky News ci sarebbe un non precisato ospedale negli Stati Uniti pronto ad accogliere Charlie. Mentre la risposta ufficiale di Downing Street è stata molto circostanziata. Un portavoce di Theresa May ha affermato che la premier è a conoscenza del 'tweet' del presidente americano ma non ha voluto commentare in proposito.
Si è limitata a dire: «Tutti i nostri pensieri sono con Charlie e la sua famiglia». Intanto anche dall'Italia è arrivata una offerta d'aiuto, da parte dell'Ospedale pediatrico Bambino Gesù. «Ho chiesto al direttore sanitario di verificare con il Great Ormond Street Hospital di Londra, dove è ricoverato il neonato, se vi siano le condizioni sanitarie per un eventuale trasferimento di Charlie presso il nostro ospedale. Sappiamo che il caso è disperato e che, a quanto risulta, non vi sono terapie efficaci», ha detto Mariella Enoc, la presidente della struttura sanitaria di proprietà della Santa Sede. «Siamo vicini ai genitori nella preghiera e, se questo è il loro desiderio, disponibili ad accogliere il loro bambino presso di noi, per il tempo che gli resterà da vivere».
Rispetto alla possibilità di farlo arrivare in Italia è intervenuta il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin. «Noi come governo non diciamo niente - ha detto - questa è una valutazione che attiene ai medici e alla famiglia». Ma se dovesse arrivare in Italia «daremo il supporto necessario». Per il ministro, però, «questa è una cosa del Bambino Gesù, che si muoverà, è una valutazione che faranno loro sia dal punto di vista tecnico con l'ospedale, e con la famiglia, i genitori. Noi assistiamo tanti pazienti in condizioni disperate da tutto il mondo. Però - ha concluso - queste sono sempre valutazioni tecniche».
Ultimo aggiornamento: Martedì 4 Luglio 2017, 09:51
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