L'endorsement del sindaco di Milano: "Voto sì, ma spieghiamo bene a che cosa serve"

Referendum autonomia, Sala: "Ormai c'è e voto sì'"

di Giammarco Oberto
Referendum sì, referendum no. Finora era mancata una voce, nel dibattito politico sulla bontà o meno della consultazione del 22 ottobre, sulla quale si sono scannati i fronti opposti Pd-Lega ma anche alleati storici come Maroni-Meloni. Ora c’è anche - a sorpresa - l’endorsement di Beppe Sala, e il puzzle è completo: lui il 22 ottobre a votare ci andrà. E voterà sì. A margine di un incontro a Base Milano, ieri il sindaco ha commentato lo scambio di colpi avvenuto sabato sui social tra il vice segretario del Pd Maurizio Martina, che non andrà a votare sostenendo che il referendum «è inutile e molti cittadini se ne rendono ben conto», e Bobo Maroni, che ha replicato che «a certi sinistri un po’ fighetti proprio non piace dare la parola al popolo sovrano». Tra i due, ha detto Sala, «sto a metà, nel senso che condivido il fatto che si potevano trovare altre formule e non fare il referendum, però voterò sì». «Il mio invito è ad andare a votare nella consapevolezza che il referendum si poteva anche evitare. Ormai il referendum c’è, quindi andiamo a votare e votiamo sì». Sala ha ribadito che «continuerò a fare campagna con i sindaci, nel limite delle mie possibilità». Mano tesa dunque al primo cittadino di Bergamo Giorgio Gori, candidato in pectore del Pd alle prossime elezioni regionali e in prima linea nel sostegno al sì di sponda centrosinistra per una maggiore autonomia della Lombardia. Ma nel dare il proprio appoggio Sala ci tiene a puntualizzare: «La campagna deve servire soprattutto a una cosa: spiegare a che cosa serve questo referendum, a cosa mira e cosa può cambiare, perché io temo che la gente non l’abbia ancora capito. Bisogna far capire che non è deliberativo, ma avvia un percorso. Da questo punto di vista capisco che c’è ancora ignoranza».
Ultimo aggiornamento: Domenica 8 Ottobre 2017, 23:30
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