Consip, il Capitano Ultimo sfida il Premier: "Pronto al confronto in tv". Gentiloni: "Inaccettabile screditare le istituzioni"

Consip, il Capitano Ultimo sfida il Premier: "Pronto al confronto in tv". Gentiloni: "Inaccettabile screditare le istituzioni"
Consip, il Capitano Ultimo sfida il Premier: "Pronto al confronto in tv". Gentiloni: "Inaccettabile screditare le istituzioni"

"STOP FALSITÀ, PRONTO A PUBBLICO CONFRONTO" Il colonnello dei carabinieri Sergio De Caprio, il Capitano Ultimo, dice basta - tramite il suo legale, Francesco Romito - alle «gravissime accuse infondate» mosse nei suoi confronti nella vicenda Consip e si dice pronto a «un pubblico confronto» per «esercitare i diritti di difesa e di informazione al cittadino». L'obiettivo è quello di dissipare ogni dubbio rispetto a «paventate minacce alle Istituzioni ed altre azioni eversive» cui hanno fatto riferimento «diversi parlamentari», il «ministro della Difesa e infine il premier».

«Vista l'escalation mediatica delle vicende legate all'indagine Consip ed alle gravissime accuse infondate rivolte al Capitano Ultimo ed ai suoi carabinieri, riteniamo doveroso - afferma il legale, per conto di De Caprio - renderci disponibili ad un pubblico confronto al fine di chiarire dubbi e sospetti su paventate minacce alle Istituzioni democratiche ed altre azioni eversive o illecite attribuiteci da diversi parlamentari con istanze al parlamento, dal presidente del Pd, dal ministro della Difesa e in ultimo da parte del presidente del consiglio». «Ci rendiamo disponibili - prosegue - ad un pubblico dibattito dove poter esercitare il diritto di difesa e di informazione mediatico, a prescindere dalle altre iniziative che avranno il loro corso nelle sedi opportune». Pubblico incontro che potrebbe essere svolto in tv o in altre modalità.






GENTILONI: "INACCETTABILE SCREDITARE LE ISTITUZIONI" Suona alto, oggi, il campanello d'allarme della politica per quanto sta emergendo sulla gestione dell'inchiesta Consip. Più forte di tutti si sente quello del premier Paolo Gentiloni che, in serata dalla festa dell'Unità di Imola, avverte che «per un Paese come il nostro la credibilità e l'autorevolezza di istituzioni che amministrano la giustizia e la sicurezza è un bene prezioso da tutelare» e che «se ci sono dei comportamenti che screditano questa autorità penso che siano gravissimi».

Il Capo del Governo, facendo appello agli «anticorpi» presenti nelle istituzioni per eliminare questi comportamenti, si dice comunque certo che quanto accaduto «non riuscirà ad incriminare la forza delle istituzioni». Una sicurezza che durante la giornata non sembrava albergare nel ministro degli Esteri e leader di Ap, Angelino Alfano che, senza mezzi termini ha chiesto «chiarezza» in quanto «è in gioco la tenuta democratica del Paese». Secondo il leader centrista, infatti, le notizie emerse dalla deposizione al Csm sui metodi di indagine di Woodcock sono «scandalose e inquietanti» e devono essere approfondite «perché in ballo non c'è il destino di un persona o di una famiglia ma la tenuta delle istituzioni democratiche».

E se l'ex magistrato e presidente della Camera, Luciano Violante vede - in un'intervista a Il Mattino - una «strategia contro la politica», il ministro Delrio parla di «notizie davvero inquietanti e preoccupanti per la nostra democrazia» chiedendo «di stabilire la verità perché la democrazia vive solo se si stabilisce la verità dei fatti». Dopo gli affondi di ieri, oggi Matteo Renzi preferisce affrontare il tema non di petto. Ma afferma comunque che «noi siamo quelli che di fronte a una falsità costruita ad arte per mistificare le cose non reagiamo arrabbiati, ma con il sorriso zen di chi sa che la verità prima o poi arriva. E lo stiamo vedendo, perché il tempo è galantuomo e gioca con la nostra maglia» dice parlando a Milano alla scuola politica 'Pier Paolo Pasolinì, senza fare riferimento specifico all'affaire Consip. Il suggerimento è però ben chiaro: «Non lasciatevi fregare dalle fake news e ce ne sono tante, di falsità, costruite ad hoc».

Per il leader dem è dunque tempo di raccolta e la solidarietà gli giunge da praticamente tutto l'arco istituzionale.
Con la sola eccezione di Forza Italia che non manca di rimarcare il «doppiopesismo della sinistra e di Renzi» che «puzza, è schifoso», per dirlo con le parole di Renato Brunetta. «Non è possibile - spiega il capogruppo dei deputati azzurri - che quando viene colpita la sinistra siamo al golpe e quando tocca a Berlusconi è la democrazia». E «se la sinistra vuole essere credibile - è l'invito di Brunetta - deve fare mea culpa sulla sua storia, su cosa disse quando un vero golpe colpì Berlusconi e il suo governo democraticamente eletto». Dello stesso tenore e con le stesse rivendicazioni, l'intervento di Maurizio Gasparri che replica all'appello di Franceschini ai partiti dell'opposizione «perché prendano posizione sulle vicende giudiziarie che stanno investendo Renzi e la sua famiglia. Per scoprire chi sono certi sostituti procuratori e le degenerazioni di alcune inchieste non abbiamo dovuto attendere il 2017 come lui. Abbiamo denunciato da tempo anche la subordinazione di alcuni reparti investigativi alle Procure della Repubblica. Ci sono persone in divisa sottratte a qualsiasi rapporto di natura gerarchica con la propria forza di appartenenza, che si mettono al servizio di alcuni Pm secondo logiche a noi note da tempo», sottolinea.

Ultimo aggiornamento: Domenica 17 Settembre 2017, 19:48
© RIPRODUZIONE RISERVATA