Cesare Battisti: «Se mi estradano mi consegnano alla morte»

Cesare Battisti: «Se mi estradano mi consegnano alla morte»
Se il Brasile confermerà la mia estradizione in Italia «mi consegneranno alla morte»: lo ha detto l'ex terrorista Cesare Battisti intervistato dal giornale Estado de Sao Paulo. «Perché non ho diritto di restare in Brasile?», si domanda ancora Battisti intervistato a Cananeia, sul lungomare di San Paolo.


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«Non ho mai pensato di uscire dal Brasile, ma se avessi voluto farlo non sarei andato in Bolivia, avrei scelto l'Uruguay, perché è un paese un po' più affidabile ed è dove ho più relazioni», ha continuato. Battisti ha detto di non
sapere «su cosa si basa» l'ufficio legale della presidenza della Repubblica brasiliana per giustificare una sua possibile estradizione. I suoi avvocati, ha aggiunto, stanno ancora aspettando che i ministeri competenti forniscano le informazioni al riguardo. «Non so se il Brasile vorrà macchiarsi sapendo che il governo e la stampa hanno creato questo mostro in Italia. Mi consegneranno alla morte», ha sottolineato l'ex terrorista.

«Assolutamente sì»: così il ministro della Giustizia Andrea Orlando ha risposto alla domanda se siano stati fatti tutti i passi necessari per l'estradizione. «Questo non è il momento di commentare - ha aggiunto - ma di lavorare con grande determinazione». 

«Adesso dobbiamo solo esprimere rispetto per le decisioni del presidente brasiliano e per le sue valutazioni che attendiamo con grande fiducia», ha detto il ministro degli Esteri Angelino Alfano. «Noi abbiamo fatto un grande lavoro - ha aggiunto - meno proclami si fanno in questo momento più probabilità ci sono di arrivare all'obiettivo».

Gli avvocati di Battisti si sono detti convinti che il presidente brasiliano, Michel Temer, non autorizzerà l'estradizione in Italia dell'ex terrorista. «Siamo fiduciosi che il presidente della Repubblica, noto docente di Diritto costituzionale, rispetterà le norme brasiliane, nonostante le pressioni politiche interne ed esterne», è scritto in una nota dei legali di Battisti. 

«La revisione della decisione presidenziale non è più possibile», aggiunge la difesa di Battisti facendo riferimento al decreto dell'ex presidente brasiliano, Luiz Inacio Lula da Silva, che nel 2010 negò l'estradizione dell'italiano e gli concesse asilo politico. Il termine per un eventuale impugnazione «è scaduto», sottolineano nella nota gli avvocati, secondo cui anche la Corte suprema brasiliana «ha riconosciuto l'assenza di qualsiasi  vizio» nella decisione finale presa da Lula. L'estradizione di Battisti sarebbe inoltre impedita dalla «prescrizione della rivendicazione punitiva dei crimini a lui imputati nel paese di nascita», concludono gli avvocati.

La polizia federale brasiliana intanto sta «monitorando ogni passo» Battisti, da quando l'ex terrorista ha ottenuto la libertà provvisoria seguita all'arresto per sospetto traffico di valuta, la scorsa settimana, al confine con la Bolivia. Gli agenti hanno ricevuto l'ordine di fotografare la casa di Cananeia dove l'italiano ha dichiarato di aver stabilito la propria residenza, per confermare la sua presenza sul posto.


 
Ultimo aggiornamento: Giovedì 12 Ottobre 2017, 15:11
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