Assenteista licenziato in ospedale:
"Ho sbagliato, ma ridatemi il lavoro"

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di Sabino Russo
​«Ammetto le mie colpe, ma datemi un'altra opportunità, perché non sono un disonesto». A dirlo è Ciro Cuciniello, uno degli 8 licenziati del Ruggi per assenteismo, che chiede una sorta di indulto per la sua posizione, in virtù del fatto che a lui sarebbero contestate solo alcune ore di allontanamento dal posto di lavoro.



Lo stesso punta il dito contro i dirigenti dall'azienda ospedaliera, colpevoli in egual misura, a suo dire, dei dipendenti coinvolti nello scandalo, che si sentono i capri espiatori di una vicenda che andrebbe allargata. Proseguono in Procura, nel frattempo, le indagini sulla posizione di altre persone, in merito alle quali nei giorni scorsi sono giunte ulteriori segnalazioni.

«I politici facessero una legge più severa di quella Brunetta, ma mettendo dei paletti, come ad esempio ipotizzando la rilevazione delle impronte digitali, e a partire dal primo giugno chi sbaglia dovrà pagare – ha detto Cuciniello – Viggiani aveva ipotizzato una cosa del genere, ma non voleva fare la casa del Grande fratello. Perché? Tutto questo non nasce nel 2015 e non possono dire di non saperlo. Siamo stati traditi dai nostri dirigenti, perché quando sbaglia un figlio la colpa è dei genitori». Contestualmente il dipendente, però, riconosce le sue colpe, seppure non nasconda alcune responsabilità anche da parte dell'azienda. «Ammetto di aver sbagliato – ha continuato – Si tratta solo di 4-5 ore contestate. Non andavo da nessuna parte. Ci sono le prove. Non voglio giustificarmi dicendo che quando andavo in altri presidi con la mia macchina non dovevo farlo. Ti trovi in situazioni dove sbagli senza volerlo. E lo fai solo perché sei innamorato del tuo lavoro. Avevo un livello assegnato da operatore tecnico specializzato, ma venivo pagato come categoria B». Un malcostume, quello di timbrare il marcatempo e andare via dal lavoro, che coinvolge trasversalmente gli uffici pubblici di tutta la penisola. «Alzi la mano chi non ha sbagliato finora in ospedale e negli enti pubblici finora – ha concluso Cuciniello – In passato hanno sbagliato finanzieri, poliziotti, dirigenti, ma non sono stati licenziati. Facciamola la legge. Renzi resetta tutto, fissa un paletto e da quel giorno chi sbaglia va a casa, anche istantaneamente. Non mi ritengo una persona disonesta. Hanno parlato di 850 persone coinvolte, ma solo in pochi siamo stati licenziati. A cosa è servito? Ora tutti fanno la scoperta dell'acqua calda, ma si è sempre saputo cosa succedeva un po' ovunque in Italia».
Per questo motivo gli stessi dipendenti licenziati non ci stanno a essere additati come gli unici infedeli in azienda, ritenendosi un po' le vittime sacrificali di una vicenda che potrebbe avere contorni più ampi, e puntano il dito contro una cattiva abitudine che avrebbe visto a vario titolo coinvolti anche primari e professori universitari, per i quali, a loro dire, varrebbe lo stesso obbligo di timbrare il cartellino marcatempo e che gli stessi avrebbero evaso per i 2 anni precedenti all'entrata in vigore del regolamento, approvato dall'azienda il 27 novembre del 2011, sulla base degli indirizzi dei decreti commissariali della Regione.

A questo aggiungono anche le disparità di trattamento ricevute rispetto ad altri 3 dipendenti, che per 4 anni sarebbero risultati regolarmente assenti, così come sarebbe stato appurato dalla stessa azienda. Contestualmente alle denunce dei licenziati, non si fermano neanche le segnalazioni su altri dipendenti sfuggiti al primo filone delle indagini sugli assenteisti alla Procura, che sta continuando a lavorare per far luce sulla posizione di altre persone. L'inchiesta Just in Time, come è noto, nasce da un accertamento sulla «esagerata presenza di lavoratori in orario di straordinario», partito dalla segnalazione, inoltrata alla direzione generale dell'azienda ospedaliera nel mese di luglio del 2013, dall'Rsu della Cisl Giuseppe Cicalese, ribadito all'allora dg Elvira Lenzi e successivamente anche a Vincenzo Viggiani.
A giugno, poi, la decisione di presentare un esposto denuncia alla guardia di finanza sull'«abuso indiscriminato di turni di reperibilità» e della discriminazione tra medici interni e 118. Da qui poi le indagini portarono a far luce sull'assenteismo.

"Io #assenteista licenziato: ho sbagliato, ma ridatemi il lavoro"

Posted by Leggo - Il sito ufficiale on Giovedì 21 gennaio 2016

Ultimo aggiornamento: Venerdì 22 Gennaio 2016, 09:19
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