VENEZIA - Il centralino della prefettura di Venezia è stato subissato da telefonate

VENEZIA - Il centralino della prefettura di Venezia è stato subissato da telefonate dopo che sulla pagina Facebook della Lega Nord il segretario Matteo Salvini, commentando l'invito del prefetto di Venezia Domenico Cuttaia a privati, albergatori e gruppi di volontariato ad offrire case, strutture ricettive e di accoglienza per i profughi, ha invitato a chiamare la prefettura: «Se siete sfrattati, esodati o disoccupati - ha ironizzato - forse trovano posto anche a voi».
Oltre allo "scherzo" padano, l'iniziativa della prefettura lagunare ha suscitato vivaci reazioni: «Questa proposta mi lascia abbastanza perplessa. Però in tutti questi mesi la Regione Veneto, nonostante abbia preso fondi dallo Stato, non ha fatto nulla» ha commentato la candidata del Pd alla presidenza veneta Alessandra Moretti. «Siamo contrari all'arrivo in Veneto di altri profughi - ha ribadito il presidente leghista del Veneto Luca Zaia - se poi ci sono cittadini che decidono di ospitarli a casa loro ci piacerebbe capire se è una scelta di solidarietà o di business». «Tutti i buonisti del Veneto e d'Italia se vogliono possono portarsi a casa un profugo, ma non utilizzando soldi pubblici»,ha aggiunto l'assessore veneta al lavoro Elena Donazzan. «Con la proposta del prefetto di Venezia si continua solo a tamponare», commenta da parte sua Flavio Tosi, sindaco di Verona e candidato alla guida del Veneto.
Intanto, il rapporto 2015 del Centro Astalli presentato ieri a Roma delinea una crescita drammatica delle domande d'asilo in Italia: +143% tra il 2013 e il 2014. L'anno scorso le domande sono state quasi 65mila a fronte di 170 mila arrivi in Italia per lo più da Siria ed Eritrea. E il dossier contiene anche una denuncia verso Lombardia e Veneto, che accolgono un rifugiato ogni duemila abitanti («meno della metà della media nazionale») pur avendo «maggiori possibilità economiche» rispetto a quasi tutte le altre regioni e pur professandosi «tra le aree più cattoliche».
La polemica non si placa. Anche ieri in Conferenza delle Regioni si è registrato un duro scontro di posizioni. «La situazione è fuori controllo: nel 2014 si prevedevano 60mila immigrati e ne sono arrivati 190mila. Per il 2015 non sappiamo nulla. Siamo in "alto Mare Nostrum". L'intesa raggiunta sulla ripartizione dei fondi per l'accoglienza è saltata», ha denunciato il coordinatore degli assessori alle finanze Massimo Garavaglia, leghista lombardo. Replica della coordinatrice della commissione politiche sociali della Conferenza delle Regioni, Lorena Rambaudi, ligure: «La copertura economica c'è: 35 euro al giorno a persona. Alfano - ha aggiunto - ha chiesto di creare strutture regionali di primissimo accesso ma solo l'Emilia Romagna l'ha fatto. Il modello funziona ma bisogna rafforzarlo con un maggior impegno a far funzionare i tavoli regionali». Afferma invece l'assessore veneto al bilancio, Roberto Ciambetti: «Abbiamo già 500mila immigrati in Veneto di cui 47mila in cerca di lavoro: non abbiamo disponibilità per nuovi arrivi». E una nota dell'ufficio stampa della Regione Veneto ha riconfermato il no al piano di accoglienza dei profughi già espresso da Zaia e dai suoi assessori. L'approvazione in Conferenza delle Regioni del piano del governo - viene precisato - è dovuta alla mancata partecipazione del Veneto al voto, che equivale però a un no. Solo per «galateo istituzionale» - o consuetudine - non si è voluto dare un voto contrario, per non bloccare le decisioni.
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Ultimo aggiornamento: Venerdì 24 Aprile 2015, 06:10