Il Papa a Napoli. Mattia, il giovane che fa sorridere gli anziani

Il Papa a Napoli. ​Mattia, il giovane che fa sorridere gli anziani

di ​Maria Pirro




Il suo nome è Mattia, ma tutti lo chiamano Angelo, almeno per un giorno. Gli traversa il viso un lieve sorriso: un arco quasi perfetto, pensando al grande evento di oggi. Per il suo impegno nel volontariato, il ragazzo napoletano sarà accanto a Papa Francesco nell’ultima tappa alla Rotonda Diaz. Protagonista silenzioso, darà il volto alla speranza e il braccio a un’anziana per salire sul palco.



Mattia Muscherà ha 16 anni ed è un campione nelle opere di misericordia tanto invocate da Bergoglio. Con le sue visite domenicali, regolari dalla seconda media, ha già conquistato le tante nonnine, costrette a letto o ammalate di solitudine, nell’istituto Piccole ancelle di Cristo re, non lontano dal Duomo; poi la chiamata-premio: sul lungomare il ragazzo è stato scelto per accompagnare un’energica 95enne, con difficoltà alla vista, dal Pontefice perché possa formulare una domanda nell’incontro sui giovani e la famiglia. Le vere pupille sono le sue.



Così il giovane racconta l’esperienza condivisa con altri adolescenti: «Ogni settimana andiamo nella casa di riposo, una volta al mese organizziamo una festa nel salone e quindi aiutiamo le signore a lasciare le camere e a scendere le scale, alcune altrimenti non uscirebbero mai. Loro ci chiamano angeli o nipoti».



Mattia s’illumina parlando di una nonnina d’adozione, in particolare, di nome Elena: «Ha avuto la febbre ed è rimasta a letto per un anno ma senza una vera ragione. Adesso riesce a sedersi, la speranza è che possa ricominciare a camminare». L’anziana da accompagnare sul palco ha invece una storia positiva, perché abita da sola. «L’ho conosciuta domenica scorsa a messa, subito si è instaurato un rapporto affettuoso» dice Mattia. È previsto che raggiungano insieme il palco che guarda il mare, in auto da casa. Il giovane abita con la famiglia ai Colli Aminei.



La sua cameretta, che divide con la sorella gemella, è tappezzata di poster di Lady Gaga. «Sono stato al concerto a Milano, un regalo di papà per la promozione a scuola». Il ragazzo frequenta il terzo anno al liceo scientifico Vittorini, dove ieri ha visto l’eclissi e dove ha coinvolto nel progetto di solidarietà alcuni suoi compagni. Con Giovanni alla chitarra, Laura la cantante, Elena alla batteria e a Alessandro alle tastiere, ha creato un gruppo musicale e partecipato a un concorso, scrivendo un brano in inglese, «Super Hero», sulle sofferenze dei bimbi. La canzone si può ascoltare (e votare) al link: playmusic.stop.violence.com. «Io, però, studio da poco il pianoforte e non suono» precisa Mattia che sogna di fare l’architetto o l’ingegnere per disegnare il suo futuro.



I giovani «sono il futuro, perché hanno la forza, e andranno avanti» è il messaggio lanciato da Bergoglio nel suo primo viaggio apostolico, luglio 2013. «Ma anche gli anziani sono il futuro, perché hanno la saggezza della vita». Come a Rio de Janeiro, il Pontefice a Napoli incontrerà i ragazzi con gli anziani. In un abbraccio non solo simbolico. Dietro le transenne alla Rotonda Diaz, mamma Paola seguirà il suo ometto con lo sguardo: «Sarà il bastone di una donna energica ma minuta, lui che è alto 1 metro e 80». Lato umano, volto della speranza, angelo di città, Mattia dice di Papa Francesco: «È riuscito ad arrivare al cuore. Finalmente gli anziani non sono più trattati come scarto» aggiunge, ricordando altre parole del Pontefice alla Giornata della Gioventù di Rio. Sul palco di oggi, il suo ruolo è silenzioso ma, se avesse potuto, Mattia avrebbe fatto questa domanda al Papa: «Tutti abbiamo qualcosa da fare, nessuno è così povero da non poter cambiare il mondo. Eppure, la situazione sembra sempre invariata. Come dobbiamo fare a non arrenderci anche a Napoli?».
Ultimo aggiornamento: Sabato 21 Marzo 2015, 11:59