Due vittorie non bastano di certo a fare del Venezia una squadra, ma sono comunque

Due vittorie non bastano di certo a fare del Venezia una squadra, ma sono comunque sufficienti per risollevare il morale dei tifosi unanimi nel "benedire" l'avvento di Michele Serena in panchina.
«La società ha aspettato troppo a cambiare allenatore, però nessuno sta girando a mille, quindi la classifica è corta e si può sperare di recuperare terreno - il parere di Alvise Sclisizzi (Curva Sud) - Finalmente si vede una squadra con qualche idea e che gioca a calcio, con un allenatore di polso. Fossimo andati avanti con Dal Canto saremmo stati rovinati, perché i giocatori non lottavano nemmeno. Speriamo non sia solo un fuoco di paglia, continuando così anche la presenza del pubblico crescerà».
«In pratica sono stati persi due mesi confermando Dal Canto contro ogni logica - concorda Luciano Romor - Seppur tardiva è importante che la svolta ci sia stata, la squadra comincia a girare anche se qualche singolo come Bellazzini e Greco stanno ancora stentando. Esposito ha in mano il gioco, Fortunato tra i pali dà fiducia, Magnaghi segna, Serena è affidabile e lo sapevamo. Inevitabile pensare che fossero gestiti male prima».
Fiducioso ma prudente Franco Scappin (Nuovi Leoni-Alfio Fabbro). «A tutti piacerebbe lottare per vincere il campionato ma è ancora presto per dirlo. Magari vedremo a gennaio se e quali rinforzi arriveranno. Intanto ci godiamo un momento finalmente positivo, il morale migliora nello spogliatoio e tra i tifosi. Ad Arezzo ho visto più gioco, più voglia e più carattere, il 2-0 ci sta tutto anche se nessuno ha capito il gol annullato a Raimondi. A me piace anche la difesa, Legati e Marino sono una coppia solida».
«I progressi sono evidenti, la novità principale è nell'atteggiamento, ma vediamo anche qualche bella giocata mentre prima era un vero pianto - così Luigi Carbon (Associazione Venezia Club) - Raimondi è il migliore, anche quando le cose non andavamo lui riusciva sempre ad emergere dal grigiore. Forse con Serena dall'inizio saremmo più su, però c'è tempo».
«La differenza sta tutta nell'allenatore - conclude Severino Silvestrin (Ultrasessantenni) - e nel suo carattere che gli consente di tenere sull'attenti i giocatori, ai quali sa sempre che indicazioni dare. Facciamo finta di niente, restiamo umili e magari anche noi risaliremo come sta facendo il Novara». (m.del.)
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Ultimo aggiornamento: Lunedì 10 Novembre 2014, 05:22