Marito mammone, la Cassazione annulla il matrimonio

Marito mammone, svolta in Cassazione: «Il matrimonio è nullo»

di Cristiana Mangani
un’ombra ingombrante, di quelle che rovinano un matrimonio: lei, la suocera, pronta a critiche e commenti.

Ma alla giovane sposa di Mantova che voleva ottenere separazione, divorzio e successivo mantenimento, è andata male due volte, perché oltre al figlio mammone, è intervenuta anche una sentenza della Cassazione che ha dichiarato nulle le nozze. La storia comincia nel settembre del 2007 quando la coppia si sposa felicemente.



Il marito, però, non riesce proprio a sganciarsi dalla genitrice ed è totalmente indifferente alla propria moglie. Così nel 2010 i due ottengono l’annullamento del matrimonio alla Sacra Rota. Un annullamento che, come ricostruisce la sentenza 19691 redatta da Giacinto Bisogni (presidente Ugo Vitrone), era stato accordato dal Tribunale regionale lombardo perché «dopo le nozze» nel marito si era manifestata «in note marcate, una dipendenza dalla figura materna e nelle problematiche sessuali conseguenti rilevate dai test». In buona sostanza, l'uomo, come aveva dimostrato anche una relazione di periti, era talmente legato a mammà pure da sposato, da assumere «un comportamento anaffettivo e indifferente» nei confronti della legittima sposa.



IL RICORSO

La decisione dei giudici rotali, però, non è affatto piaciuta alla consorte, perché - sosteneva - il marito era perfettamente al corrente delle magagne che lo affliggevano mentre era lei quella ad essere all’oscuro degli effetti negativi del suo legame con la madre. E che quindi il matrimonio era valido, con la conseguenza che, con la separazione, avrebbe avuto diritto all’assegno di mantenimento o alla possibilità di chiedere il risarcimento dei danni preclusale dall’annullamento.



I Supremi giudici, invece, hanno dato torto alla moglie beffata, sottolineando che «in un caso come quello in esame in cui l’altro coniuge ha determinato con la sua incapacità derivante da una patologia psichica, la invalidità del matrimonio concordatario si pone, sia pure ex post, una questione di effettività e validità del consenso che prevale sulla tutela dell’affidamento riposto dal coniuge inconsapevole al momento della celebrazione del matrimonio». In conclusione, ad avviso degli Ermellini, «non esistono ostacoli» al riconoscimento dell’efficacia della sentenza di nullità di queste nozze. La signora ora attende l’esito della causa civile intentata davanti al Tribunale di Mantova per avere un risarcimento economico dopo il matrimonio “bluff”. M, se non bastasse, è stata anche condannata a sborsare 6.200 euro di spese processuali.



Del “mammonismo” si era già discusso all’inaugurazione dell’anno giudiziario ecclesiastico, quando è stata sottolineata la sempre più frequente immaturità sentimentale dei mariti. «È risaputo che il 30 per cento delle separazioni dipenda dalla ingerenza della suocera (di lui o di lei) - sottolinea Gian Ettore Gassani, presidente dell’Associazione degli avvocati matrimonialisti - La Suprema Corte ha confermato un principio piuttosto consolidato».
Ultimo aggiornamento: Venerdì 19 Settembre 2014, 13:17
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