Visti da (molto) vicino/ Emma: 60 euro
e un sogno. Più un amico bulldog

Visti da (molto) vicino/ Emma: 60 euro e un sogno. Più un amico bulldog

di Rosario TORNESELLO
LECCE - Cancello. Vialetto. Villetta. Apri la porta e trovi Gaetano. Bello bello. Volendo, anche simpatico. Con quella faccia un po’ cos, quell’espressione un po’ cos... Ha tre anni. Piccolo dettaglio: un bulldog inglese, e pure vispo. Giocherellone, per lui cosa ben diversa da quanto non si intenda noialtri. È il cane di Emma. Che non c’è: lei è fuori, al nord, a girare un video. In compenso c’è lui: fa buona guardia, qui ad Aradeo. E fa anche impressione. Tanta. Poi lo squadri e ricordi di averlo già visto nei panni di mini-eroe. Ecco, nei fumetti: con Tom e Jerry, ma versione yankee. Quattro gambotte e denti aguzzi. Un lottatore di sumo in scala ridotta: meno ciccia, più muscoli e, soprattutto, niente perizoma. A suo modo, un amico dei bimbi. Buonasera. Il caminetto acceso fa atmosfera. Una tela enorme, nera, con profilo stilizzato in chiaroscuro, dice subito chi è la star di casa. E se proprio non ti sovviene, ci pensa lui. Gaetano.



Dall’altra parte del guinzaglio la mano ferma di Rosario Marrone, il padre. Anzi: il multi-padre. Genitore, talent scout personale, amministratore. E pure accompagnatore musicale. A sorpresa, ora, dopo averla trascinata sui palchi che la piccola aveva appena 9 anni. Adesso, quando accade, accade a sua insaputa. La prima volta fu un tuffo al cuore: all’Arena di Verona, per “Amici Big”. Quella sera lui salì sul palco affiancandola fuori programma, chitarra a tracolla e plettro in mano. Emma trasecolò senza perdersi d’animo né di spirito: “Papà, cu butti...”. La mamma, Maria Marchese, è nel tinello. Il volto discreto della famiglia è lei. E anche il lato emozionale: gestisce la posta, risponde ai fans, fa firmare gli autografi alla figlia nei transiti veloci da casa. Archivia lettere, disegni, ritratti. E poi Francesco, il fratello: il gancio è lui, Checco (lei per consonanza è Chicca, anche se all’anagrafe è Emmanuela con due emme e per tutti - alla fine - Emma, che non è nome troncato ma crasi col cognome, così, giusto per specificare). Tre anni più giovane, tra loro un legame speciale. E un debito abbondantemente saldato: i 60 euro che le diede per andare a Roma. Alle selezioni di Maria De Filippi.



“Ti prego, fratellone, fammi questo favore. È l’ultima volta che ci provo. Se va male, torno ad Aradeo e tanti saluti ai sogni di gloria”. È andata diversamente. Francesco è il solo nome di uomo che Emma abbia pronunciato nell’ultima intervista in tv, “S’è fatta notte”, Rai 1. Di fronte a lei, l’altra domenica, due mostri sacri, ma anche due volponi. Maurizio Costanzo ed Enrico Vaime. Hai detto niente. Sei innamorata? Da qualsiasi punto tu parta, sempre lì finisci. “Sì, della vita”. Soltanto? “Sono innamorata dell’amore”. Sicura? “Mauri’, sono innamorata!”. Punto. Non è che qui la musica sia diversa. Emulare i grandi è sempre esercizio di stile. La domanda scivola con nonchalance. Così come la risposta. Francesco allarga le braccia, sorride con quella fossetta sul mento e glissa: «No comment. Lei su questo è categorica: “Voglio essere la regina della musica non del gossip”, ripete sempre».



Da Costanzo l’autoritratto. Per sintesi, e per chi se lo fosse perso: uno, “non mi faccio fottere dall’orgoglio”; due, “sono insofferente all’ignoranza”; tre, “sono antica, i miei nonni hanno contato molto. Mi manca la pasta fatta in casa, le mani di farina”; quattro, “sono fedele e ho un cattivo rapporto con le bugie”; cinque, “mi infastidisce che si parli della mia vita privata in un talk show: il limite del buon gusto non c’è più”; sei, “sono insicura e lavoro molto su me stessa, altro che imbronciata”; sette, “sembro più matura dei miei 29 anni, ma sono infantile quando serve”; otto, “sono una cazzara, una grande cazzara, che poi vuol dire godersi la vita e prendersi in giro. È una parte di me che conoscono in pochi: sono cazzara lato padre; matura lato madre”; nove, dell’amore s’è già detto; dieci, “se voglio un figlio lo faccio senza dover dare preavviso e anzi ne voglio più di uno: avendo un fratello, non mi va di lasciar solo il mio bebè. Francesco è un ragazzo molto in gamba. Ci somigliamo molto. Ci hanno cresciuti bene”. Ecco perché siamo qua. Rosario, Maria e Checco. Oltre a Gaetano. Che gira, controlla e alla fine si mette a cuccia. A due passi dai polpacci dell’intruso. Una volta erano i giornalisti i “cani da guardia”. I tempi cambiano, è evidente.



Francesco. Caratteri diversi. Più affine alla madre. Nella band di papà si sono dati il cambio. Ha cominciato la sorella, ora prosegue lui. «Dai 9 ai 21 anni ho suonato il sax, rapito da un regalo di un amico di famiglia, un “Amati” del ’42. Poi la folgorazione per la batteria. Lei invece ha sempre cantato. Facevamo insieme ginnastica artistica, ma Emma aveva una bella voce. Così papà, che col suo complessino suonava alle feste di piazza, la volle accanto. Lei spingeva per stare con i compagni, ma la gente era incantata dal suo timbro vocale. Poi, da giovane, ha messo su una sua band, i “Mjur”. Aradeo è sempre stata una fucina di musicisti. Anche gli “Après la classe” sono nati qui». Lui non s’è mai voluto allontanare dal nido. Al primo tour dopo la vittoria ad “Amici”, giugno 2010, Emma lo ha nominato manager personale: pubbliche relazioni, contatti con i media, cellulare, social network eccetera. Troppo per chi non è abituato a ritmi incalzanti, a stress incessanti. «A metà tour gliel’ho detto: “Sorellina cara, alla fine torno a casa”. E così ho fatto. Voglio una vita tranquilla. Ma è stata un’esperienza indimenticabile, molto divertente. Le ho pure insegnato a guidare in autostrada, lei che ne aveva il terrore».



Chi non ci pensa proprio a deporre le armi è lui, il multi-padre: un passato da infermiere, lavora in direzione sanitaria a Copertino. La sua casa è un viavai continuo di amici e parenti: medica, consiglia, sbenda, inietta. E fosse solo questo. Suona ancora. Soprattutto, è l’amministratore unico della “Brown”, trasposizione english del casato nella società che amministra Emma e impero annesso. «Ho vissuto 18 anni a Firenze, i miei figli sono nati lì - spiega il capobranco -. Quando siamo rientrati ad Aradeo dovevo pur inventarmi una vita». Per non farsi mancare nulla, è stato anche il primo presidente del Consiglio comunale del paese dopo la riforma degli enti locali. Così a tener ben salde le tende ci pensa l’altro ramo della famiglia. Con la signora, che si dedica a casa e figli, anche il “piccolo”, ora al lavoro in un’impresa di impianti.



Diploma da tecnico industriale Checco, maturità classica Chicca. «Quante battaglie, da piccoli. Un giorno d’amore, uno di guerra - ricorda Francesco -. Ma così il legame si è irrobustito. Siamo cresciuti coprendoci le spalle. Non che abbiamo combinato chissà cosa, ma insomma... Un giorno arriva un verbale da Tricase per semaforo rosso. Io ero neo-patentato. A casa mi fulminano. Lavoravo e suonavo pure. Pensano sia stato “pizzicato” in una trasferta con la banda del paese. Pago con i risparmi, perdo 12 punti della patente. E lei niente. Solo dopo viene fuori che la multa era sua: era andata a far le prove dal bassista, a Tricase appunto. E un’altra volta con le sigarette: avevamo uno scooter, papà le scoprì nel cassetto dei documenti. Erano di Emma, non ancora maggiorenne. La tenni fuori dicendo che a dimenticarle lì era stato un mio amico».



E poi i 60 euro per Roma, nel 2009. «Lei aveva già vinto il “Superstar Tour” di Italia 1, nel 2003, ma senza alcuna vera svolta. Non aveva lasciato la musica, in compenso s’era data da fare con il lavoro. Tre anni da commessa qui, più l’impegno nei servizi sociali con un’associazione del posto. Alla fine l’avventura con “Amici”». Era il periodo della malattia: Emma scopre di avere un tumore; sette ore di intervento al “Gemelli”. Va tutto per il meglio. La visita di controllo a Roma coincide con l’ultima prova per l’ingresso nella squadra della De Filippi. «Emma quel giorno fu incredibile: senza dir nulla fece le selezioni e poi corse in ospedale. Arrivò in ritardo, papà se la sarebbe divorata. Non so come, ma lei riuscì a far tutto: raggiante, chiese scusa e annunciò di aver coronato il suo sogno: era ad “Amici”». La vittoria nel 2010. Il secondo posto a Sanremo nel 2011; il successo all’Ariston nel 2012. Il tour trionfale nel 2013. Il segno della croce, il bacio al palco e via. Credente e scaramantica. Prossima tappa Copenaghen: rappresenterà l’Italia per la Rai all’Eurovision Song Contest 2014.



Gaetano s’è acquietato. Trattengo il fiato. Fin qui tutto bene, nessun bisogno di Acqua e ghiaccio. La porta è a pochi passi. Un attimo e si è fuori. Dentro, Calore: il fuoco arde ancora, ma Non è l’inferno. Bellissimo incontro. Scusa se vado via. Blocchetto degli appunti in tasca, altrimenti Dimentico tutto. Ok. Un, due, tre: si saluta, si ringrazia, si esce. Di Schiena. E con una sensazione neppure tanto vaga: un nuovo successo Arriverà.





Tredicesima puntata - negli incontri precedenti:

- Paolo Perrone

- Dario Stefàno

- Roberta Vinci

- Massimo Ferrarese

- Elenonora Sergio

- Mario Buffa

- Antonio Conte

- Giuliano Sangiorgi

- monsignor Filippo Santoro

- Fabio Novembre

- Flavia Pennetta

- Maurizio Buccarella



Ultimo aggiornamento: Domenica 9 Febbraio 2014, 18:54
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