Tutti le vogliono, tutti le cercano. Sono le isole della laguna veneta. Ricche e

Tutti le vogliono, tutti le cercano. Sono le isole della laguna veneta. Ricche e gloriose ai tempi della Serenissima, poi abbandonate in parte al saccheggio, soprattutto negli anni Settanta e Ottanta del Novecento e ora oggetto di una parziale rinascita con gli occhi di tanti imprenditori pronti ad andare alla "conquista" dei piccoli fazzoletti di terra in mezzo alla laguna. E il caso di Sant'Andrea, abbandonata dall'Esercito negli anni scorsi ma che uno stop del Tar sul ricorso di Italia Nostra Venezia ha impedito (per ora) che l'isoletta finisse privatizzata con la benedizione da parte del Comune.
E quindi, ancora una volta, si è posto il problema, non solo del riuso delle isole, ma soprattutto della fruibilità pubblica. Tema non proprio scontato, vista anche la battaglia (come riferiamo qui sotto) su un'altra isola, come Poveglia tra l'associazione omonima e il sindaco Luigi Brugnaro quando era "solo" imprenditore. «Quello che manca, e da anni - sottolinea Lidia Fersuoch, presidente della sezione veneziana di Italia Nostra - è un piano comunale di sviluppo strategico sulle isole che garantisca un uso pubblico di questi territori. In realtà si è preferito approfittare del miglior offerente, soprattutto catene alberghiere, per "liberarsi" di qualsiasi fazzoletto di terra. E siamo arrivati addirittura al paradosso, che ad un'isola come Sacca Sessola è stato pure cambiato il nome in "Isola delle Rose" per sistemarci un hotel...».
Al di là delle polemiche, e di fronte agli interessi, anche massicci, di soggetti privati, secondo Italia Nostra vi sono pochi strumenti di difesa delle isole come luoghi ad uso pubblico. «É da anni - spiega Gerolamo Fazzini, presidente dell'ArcheoClub di Venezia - che lavoriamo con grande successo sulle isole del Lazzaretto Nuovo e Vecchio. Abbiamo contatti con tutto il mondo che da noi viene a studiare i primi insediamenti veneziani. Siamo riusciti a restaurare molti edifici, anche grazie al Comune, al ministero dei Beni culturali e al Consorzio Venezia Nuova, ma da tempo attendiamo di conoscere il nostro futuro. Da anni chiediamo che qui si costituisca il Museo della Città. Abbiamo in deposito migliaia e migliaia di pezzi. É un vero peccato che non si decida». E così prevale la scelta di puntare sulla "privatizzazione". Insomma, meglio un imprenditore che si prende oneri e onori, ma che trasforma tutto ad uso e proprio consumo. «E pensare - continua Fersuoch - che se fossimo in presenza di un Piano strategico sulle isole, non solo i veneziani potrebbero riappropriarsene, ma anche puntare ad ottenere quei finanziamenti europei di settore che tanto interessano anche al sindaco Brugnaro. Che cosa si aspetta?».
Ecco la situazione delle isole principali:
SAN SERVOLO - Polo culturale della vecchia Provincia e sede della Venice International University
SAN CLEMENTE - Dall'aprile 2016, l'hotel sull'isola ha assunto il nome Kempinski San Clemente dopo anni burrascosi e il transito prima sotto la Cit e poi sotto una catena alberghiera turca.
CERTOSA - Assegnata all'associazione Vento di Venezia come darsena e attività nautiche
SACCA SESSOLA - Dal 2014 ha cambiato nome in "Isola delle Rose" più suggestivo per ospitare il Jw Marriot Venice, albergo di 266 stanze.
SANT'ANDREA - Abbandonata dall'Esercito italiano, ora è stata oggetto di contenzioso sulla fruibilità pubblica dell'isola di fronte ad una proposta di privatizzazione.
LAZZARETTO VECCHIO/NUOVO - Utilizzate per usi storico culturali grazie all'Archeoclub, ma attende di essere riconosciuta come Museo della città antica.
SAN GIACOMO IN PALUDO - Dopo anni in cui era usata dall'associazione Verdi Ambiente Società per scopi naturalistici, è andata alla Cassa Depositi e Prestiti che intende alienarla.
SANTO SPIRITO - Per anni si è parlato di un progetto di un insediamento immobiliare privato ma non se n'è saputo più nulla.
SAN SECONDO - L'isola è abbandonata ma recentemente è stata ripulita da un'associazione di volontari.
LE GRAZIE - Acquistata dal gruppo trevigiano Stefanel dopo un contenzioso decennale con la Ulss 12, ma ora permangono questioni aperte legate alla bonifica.
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Ultimo aggiornamento: Giovedì 30 Giugno 2016, 05:01