Il polesano Rao combatte e vince
sul ring al Madison Square Garden

Il polesano Rao combatte e vince sul ring del Madison Square Garden

di Marco Bellinello
Per la prima volta un polesano sale (e vince) sul ring del tempio degli sport da combattimento, il Madison Square Garden di New York. Si tratta di Gabriele Rao: rodigino, classe 1992, che da un paio di anni vive e lavora nella Grande Mela. E qui sta coltivando il suo sogno, quello di diventare un campione di muay thai, conosciuta anche come boxe thailandese. Una disciplina che consente di usare anche le gambe per colpire l'avversario.

Gabriele in realtà aveva cominciato con una disciplina simile, la kick boxing, imparata e coltivata nella palestra Area Sport di Rovigo, sotto la guida del maestro Alessandro Milan. Una fucina di giovani talenti, proprio come Rao che due anni fa ha deciso di mollare tutto e partire con il preciso scopo di diventare qualcuno nel mondo della muay thai. «Sapevo che restando a Rovigo non sarebbe stato possibile, perché in Italia questo sport non interessa a nessuno» racconta. A New York Rao è entrato nella palestra Coban, una delle più importanti e selettive d'America. Allenandosi duramente, sei ore al giorno. Un addestramento talmente severo che richiede ai fighter di dormire in palestra, sul pavimento. Ma i sacrifici sono tanti anche fuori dalla palestra: le prime difficoltà nell'imparare l'inglese, i lavori saltuari prima come lavapiatti, poi come facchino e cameriere. Anche queste battaglie vinte, una per una: oggi Gabriele si mantiene come personal trainer.

Rao ha combattuto tre incontri, tutti vinti, nella categoria delle 125 libbre, 58 chili circa il limite di peso .Ma l'ultimo è stato il più emozionante. Venerdì sera è andato in scena nel Theater del Madison Square Garden, il tempio mondiale degli sport da combattimento, dove altri italiani come Primo Carnera e Nino Benvenuti nel pugilato avevano portato in alto i colori dell'Italia oltre oceano. Battendo il rivale Rustam Saidov (Uzbekistan) si è fatto conoscere dal grande pubblico. «Ma è solo l'inizio» afferma Gabriele, che pare avere le idee molto chiare: «Ho fatto una promessa alla mia famiglia, e cioè che non sarei tornato fino a che non sarei diventato qualcuno. Voglio rispettare quella promessa. Voglio diventare il numero uno del mio peso e magari entrare nella Ufc».
Ultimo aggiornamento: Martedì 14 Giugno 2016, 11:53
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