«Sentenze pilotate al Tar» chiesti 7 anni per il giudice

Davide Manlio RuffoloTangenti per pilotare i ricorsi. Per questo l'ex giudice Tar Franco De Bernardi rischia una condanna a 7 anni di reclusione, come sollecitato ieri dalla Procura di Roma. I pm Stefano Pesci e Alberto Pioletti contestano all'ex giudice il reato di corruzione in atti giudiziari. Nella stessa udienza, i pm hanno chiesto anche la condanna a quattro anni e dieci mesi di carcere per l'uomo d'affari Giorgio Cerruti.Si legge nel capo d'imputazione che De Bernardi, quand'era in servizio al Tar del Lazio, in cambio della promessa di dazioni di somme di denaro, si sarebbe accordato con un avvocato amministrativista (che ha già patteggiato a tre anni e mezzo di reclusione) per indirizzare parti processuali presso il suo studio, farlo nominare quale difensore in procedimenti davanti al Tar del Lazio e per porre in essere in questi stessi procedimenti atti contrari ai doveri d'ufficio di volta in volta utili e necessari ai clienti dell'avvocato.Un modus operandi, secondo gli investigatori reiterato nel tempo, che permetteva ai clienti che si rivolgevano al giudice di vincere anche quei ricorsi ritenuti estremamente difficili se non addirittura impossibili. Cerruti, invece, avrebbe svolto il ruolo di intermediario. In un caso, infatti, si sarebbe attivato per far ottenere a De Bernardi una mazzetta da 50 mila euro al fine di aggiustare un ricorso.Ed è proprio dalle indagini, durate oltre un anno e avviate sulla base di un voluminoso carteggio inviato dalla Procura di Napoli, che emergeva il ruolo di spicco di De Bernardi. Era lo stesso ex giudice del Tar, secondo gli investigatori, che scriveva le memorie che occorrevano per sostenere le tesi dei ricorrenti. Decisiva la prossima udienza, prevista per il prossimo 20 luglio, in cui prenderanno la parola le difese dei due imputati.riproduzione riservata ®
Ultimo aggiornamento: Martedì 31 Maggio 2016, 05:00