LA CELEBRAZIONE
IL CORPUS
DOMINI
Il "Corpus Domini", dizione

LA CELEBRAZIONE
IL CORPUS
DOMINI
Il “Corpus Domini”, dizione latina che tradotta in italiano significa “Il Corpo del Signore”, ha origini lontanissime legate all'Occidente. La festa Eucaristica, attualmente celebrata, cade la domenica successiva a quella della SS. Trinità e conclude le “grandi” solennità legate al periodo pasquale e che ci traghetta nel “Tempo Ordinario” periodo liturgico della Chiesa, fino all'Avvento. Le origini di tale solennità, con le sue motivazioni, è strettamente connessa alla devozione dell'Ostia Santa, ma il motivo principale è la risposta agli errori di un teologo francese dell'XI secolo. Tale teologo, certo Berengario di Tours, negava la presenza effettiva di Cristo nell'ostia consacrata con le due specie, corpo e sangue, riconoscendo la sola presenza spirituale. La Festa fu in seguito estesa alla Chiesa mondiale da Papa Urbano IV nel 1264 e la riforma del Concilio Vaticano II ne decretò la formulazione in: “Solennità del Corpo e del Sangue di Cristo”. A solennizzare ulteriormente la solennità del Corpus Domini fù il grande musicista ancora giovanissimo, Mozart con la mirabile composizione dell'”Ave Verum Corpus” (K.618 in Re maggiore. La lettera K è l'iniziale del musicologo che ordinò in ordine cronologico le opere mozartiane), e che nell'ascoltarla, percepiamo tutta la intensa tragicità ”umana” dell'estremo Sacrificio della Vita di Cristo. Tale opera, composta a Baden tra il 17 e 18 Luglio 1791, un po' triste e lamentevole, musicata in onore di un suo amico, maestro di cappella e pianista della sua parrocchia, venne eseguita, per la prima volta, in onore del “suo” Imperatore austriaco Giuseppe II che ripristinò la Festa del Corpus Domini, in precedenza vietata nel suo impero.
Michele Russi

Padova

IVA SUI RIFIUTI
ETRA CHIEDE
MA IO PAGO
Ci fosse una volta che la pensassimo giusta! Etra, dopo la sentenza della Cassazione che dichiara non dovuta l'Iva sulle fatture-bollette asporto rifiuti dal 2006 al 2015, manda a dire al Fisco di restituire il “mal imposto”. È il fisco che deve restituire. È il cittadino (noi tutti utenti immondizie Etra) che dobbiamo chiedere la restituzione dell'imposta con ricorso al giudice di pace. Campa cavallo che l'erba cresce. Per avere la restituzione di duecento euro circa ne devo spendere (fra bolli, istanze, patrocinio, corse e tempo) forse centocinquanta. Lineare, svelto, moderno ed utile per noi “poveri utenti” sarebbe stato: Etra ha fatto l'esattore dell'iva per il Fisco ora Etra chiede i soldi al Fisco e ce li restituisce in bolletta. In due e due quattro, per dire, la questione si risolverebbe velocemente tra enti (Fisco ed Etra) fornitori di servizi pubblici. Noi poveri utenti (vessati da infinite voci di spesa) potremmo usufruire dell'abbattimento dei tempi enormi di ricorsi estenuanti, cavillosi ed essere ricompensati (in tempi accettabili) del mal tolto. Ma forse io sono un idealista sprovveduto.
Natalio Daniele

Rubano

SANT'ANTONIO
IL PADOVA, L'APPIANI
E LE CAMPANE
Ero ragazzino e mi recavo allo stadio Silvio Appiani ad assistere alle partite del Padova o andavo a fare visita ad una mia zia in via Giordano Bruno.
Di domenica, verso le 15.30 sentivo uno scampanellio festoso delle campane della basilica di S. Antonio.
Ciò mi riempiva di gioia e mi dava un senso di benessere interiore. Sono transitato alcuni giorni fa per il Prato della Valle e nonostante il frastuono di auto e scooters, ho percepito ancora quel melodioso suono ed ho provato, per un momento, quelle antiche sensazioni.
Ferruccio Duozzo

INPS
LE PENSIONI?
SOLTANTO TAGLI
Con cadenza sempre più ravvicinata esponenti del Governo ed il presidente Inps Boeri tornano a parlare di riforme delle pensioni, ed il nocciolo vero ed il “desiderio inconfessabile” è “tagliare”, “tagliare” , fortemente ”tagliare”. Si giunge a mettere in discussione persino la pensione di reversibilità, per poi smentire, dagli atti, nuovi dubbi, nuove paure. Mai nessuna materia come quella pensionistica è stata così “rimaneggiata”, come in  Italia. Certezze e diritti sembrano sconosciuti in questa nostra Italia. I pensionati sono in balia degli umori di questo o di quel politico, in cerca forse di facile popolarità. In Italia abbiamo le pensioni fra le più basse d'Europa. Le pensioni minime sono da fame, quelle di invalidità da quarto mondo. Ora, guarda il caso ed il momento, il presidente Renzi, si accorge che le pensioni minime sono troppo basse e che necessitano di un aumento, e che forse sarebbe anche giusto dare anche ai pensionati gli 80 euro famosi e sempre reclamizzati, dati a tanti ma ai pensionati no. In verità, di questi 80 euro ai pensionati se ne era già parlato, ma poi... il silenzio. È necessario che le pensioni minime siano aumentate a mille euro nette al mese e che sia fissato in maniera rigorosa un tetto massimo per tutte le pensioni, da fissarsi in cinquemila euro netti al mese per tutti, dal presidente della Repubblica al più importante manager: una somma più che importante per qualsiasi pensionato, al di la del lavoro svolto, e che con i giusti “paletti” sarebbe a prova di possibili ricorsi. Non è credibile che vi siano cittadini con pensioni da fame ad altri con pensioni d'oro o di platino. Un tetto  è necessario, è indispensabile, non fosse altro che per un elementare senso di equità sociale.  Indubbiamente il “versato” è un parametro ma, a giudizio del Partito Pensionati, vi devono anche essere considerazioni di opportunità e giustizia, dal momento che pensioni assurdamente elevate sono solo uno schiaffo alla miseria. 
Partito Pensionati Padova


Ultimo aggiornamento: Martedì 31 Maggio 2016, 05:00