Una targa sull'Isola Tiberina per gli ebrei salvati in ospedale

Non solo casa del malato ma, da oggi, anche Casa di vita. Un riconoscimento per il Fatebenefratelli dell'Isola Tiberina, ricevuto ieri dalla Fondazione Internazionale Raoul Wallenberg, che racconta la storia di Roma e dei romani.
L'ospedale salvò infatti decine di ebrei durante le persecuzioni naziste grazie all'attività del prof. Giovanni Borromeo che, con l'aiuto dello psichiatra partigiano Adriano Ossicini, il 16 ottobre 1943 diede rifugio agli ebrei scampati alla retata nazista inventando per loro una malattia infettiva estremamente pericolosa: il Morbo di K, dove K stava per Kappler o Kesselring. Temendo il contagio, le SS non entrarono mai nel nosocomio. Mentre dagli scantinati una radio ricetrasmittente clandestina di Fra Maurizio Bialek manteneva i rapporti con i partigiani. A ricordare quei momenti, ieri, c'erano due testimoni, allora bambini: Gabriele Sonnino e Luciana Tedesco (nella foto).
La targa è stata svelata, con il patrocinio della Comunità ebraica e della Fondazione Museo della Shoah, alla presenza del dg dell'ospedale Marco Longo e del presidente della Comunità ebraica Ruth Dureghello.(L. Loi.)

Ultimo aggiornamento: Mercoledì 22 Giugno 2016, 05:00