Renzi punge, Muraro assediata

Paola Lo Mele
È scontro frontale tra Pd e Cinque Stelle su Roma. Dopo giorni di bufera sul caso Muraro, l'assessore all'Ambiente di Roma indagata dalla Procura, è Matteo Renzi in persona a sferrare l'attacco. Lo fa dalla scuola di formazione del Pd, di domenica mattina: «In fondo la svolta della Raggi è dare la gestione dei rifiuti a un donna collegata totalmente a Mafia Capitale, a quelli che c'erano prima afferma -. Pensate che avrebbero detto se Muraro fosse del Pd», nel Movimento 5 Stelle «c'é una doppia morale» sulla giustizia «che fa ridere i polli». Su Virginia Raggi è sarcastico: la foto della sindaca sul tetto del Campidoglio «mi suscita simpatia. Il problema non è quello che la Raggi fa sul tetto, é quello che fa quando scende». Tempo record e la sindaca di Roma ribatte a tono dai suoi social network: «Affari con Mafia Capitale? Mica siamo il Pd. I cittadini sanno che quel sistema l'hanno creato loro. Noi lo combattiamo. Il premier quando è in difficoltà, e ultimamente capita spesso, prova a distogliere l'attenzione e a cambiare argomento. Forse è nervoso perché si avvicina la data del referendum sulle finte riforme - chiosa tagliente - attendiamo ancora di sapere cosa ha fatto con i fondi delle cene elettorali con Buzzi».
Al duello, senza esclusione di colpi, partecipa pure il parlamentare pentastellato Luigi Di Maio: «Renzi è in difficoltà, specie dopo le bacchettate di Napolitano sull'Italicum e accusa noi di accordi per Mafia Capitale. La butta in caciara». Per Fabrizio Cicchitto (Ncd), «emerge in modo sempre più clamoroso la contraddizione del M5S che è ultra garantista al suo interno come dimostra il caso Muraro e ultra giustizialista nei confronti degli altri». Negli ultimi giorni, dall'accelerazione delle indagini a carico dell'assessore ed ex consulente Ama in poi, la posizione di Virginia Raggi è rimasta ferma: vuol valutare il da farsi sulla base delle carte giudiziarie non degli articoli di giornale. «Un pressing dei consiglieri comunali per mandare via Muraro? No, non ci sono pressioni - risponde il capogruppo Paolo Ferrara -, il gruppo sta lavorando ed è unito. Non c'è neanche un consigliere che sta ponendo la questione».
Eppure dal M5S qualche imbarazzo filtra e c'è chi comincia a pianificare le contromosse: dalla resistenza alla exit strategy. Novità in arrivo anche sul fronte olimpico: dopo il no alla candidatura di Roma certificato la scorsa settimana dal consiglio comunale, domani il presidente del CIO Thomas Bach è atteso nella Capitale.
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Ultimo aggiornamento: Lunedì 3 Ottobre 2016, 05:00