Preso il terzo picchiatore del metrò

Davide Manlio Ruffolo
È finito in manette anche il terzo componente del gruppo di giovani che, domenica 18 settembre, in un vagone della Metro B, ha preso parte al pestaggio del 37enne Maurizio Di Francescantonio.
Si tratta di G. R., 22enne, arrestato a Napoli con l'accusa di tentato omicidio. La stessa ipotesi di reato che viene contestata ai suoi due amici di Caserta, A. S. e L. R., rispettivamente di 27 e 25 anni. Nel frattempo dal verbale dell'interrogatorio di garanzia del più grande dei due, emergono nuovi particolari: «Non ricordo niente perché mi ero drogato. Avevo preso cocaina, hashish poi avevo bevuto». Quel giorno, secondo il suo racconto, aveva preso parte ad una festa e subito dopo era andato con gli amici a bere in un pub e, nel viaggio di ritorno, sarebbe scattata l'aggressione. Incalzato dal giudice il giovane ha ammesso: «Ricordo che L. R. stava litigando con questa persona (Maurizio Di Francescantonio, ndr) e io sono intervenuto. Nel parapiglia qualche calcio gliel'ho dato. Si ma uno, due forse, perché non è che siamo stati là un'ora a picchiare questo cristiano».
Una ricostruzione che verrà attentamente analizzata dai magistrati Luigi Fede e Pierfilippo Laviani anche alla luce dei filmati delle telecamere dove si vede l'intero pestaggio. A scatenare l'ira dei tre ventenni, era stata la richiesta della vittima di spegnere le sigarette perché questi stavano fumando dove non era consentito. Lo ha raccontato lo stesso Maurizio Di Francescantonio, dal letto di ospedale in cui è ricoverato per alcune fratture subite, affermando: «Sono andato là a dire a questi che non potevano fumare, loro mi hanno detto fatti i cazzi tua e vattene e io me ne sono andato tre quattro vagoni più avanti e mi sono messo per conto mio. Poi uno dei due è uscito fuori dalla metropolitana ed è rientrato dalla porta dove stavo io e mi ha aggredito là. Poi è arrivato l'altro».
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Ultimo aggiornamento: Martedì 27 Settembre 2016, 05:00