Milano saluta il suo professore

Simona Romanò
Milano dice addio a Umberto Veronesi: l'oncologo che ha dato speranza ai malati di cancro, lo scienziato ex ministro della Sanità, ma soprattutto l'uomo che aveva un legame speciale, indissolubile con la città.
E la città lo ricambia con immenso affetto. Sarà un saluto non religioso nel rispetto della sua figura di vero laico, così «come lui desiderava», fanno sapere i famigliari. La cerimonia, domani alle 11, si terrà nella Sala Alessi di Palazzo Marino, dove oggi sarà allestita anche la camera ardente (aperta dalle 11 alle 22.30 e domani dalle 8.30). La proposta di spalancare le porte del Comune è arrivata dal sindaco Giuseppe Sala, paziente e amico del professore: «È stato protagonista della storia di Milano con una forte passione civica e politica». Il gesto di Sala ha reso felici la moglie e i sette figli. «È un segno d'amore che la sua città gli esprime, gli sarebbe piaciuto», ha commentato la figlia Giulia ripercorrendo le ultime ore di vita del padre, che si è spento martedì sera, a 90 anni, nella sua casa in via Palestro: «È morto come lui voleva, tra le nostre braccia, gli siamo grati per tutto».
Rivela poi del «bombardamento di messaggi di vicinanza arrivati da ogni angolo del mondo, più di quello che ci aspettavamo». Testimonianze di affetto non solo dalle istituzioni, dal premier Matteo Renzi, dai colleghi, dagli amici, ma anche dalle persone comuni, soprattutto dalle tantissime donne che grazie alle cure di Veronesi sono guarite.
Il figlio Alberto parla delle condizioni di salute prima della morte: «Non riusciva a parlare, ma si esprimeva con gli occhi così meravigliosi con cui sorrideva quando lo baciavamo». Ricorda poi «l'umanità straordinaria» del padre-scienziato: «Ci ha insegnato ad avere fiducia nel futuro, ma soprattutto a guardare agli ultimi».
E il figlio Paolo, che ha lavorato a fianco del papà per trent'anni, «spera di aver imparato qualcosa e di continuare seguendo le sue orme, perché di lui ho sempre ammirato la coerenza, non ha mai guardato ai propri interessi».
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Ultimo aggiornamento: Giovedì 10 Novembre 2016, 05:00