«Le percosse e le sevizie ai disabili come sistema»

Le percosse ai malati mentali - adulti e minorenni, tra gli otto e i venti anni - ospitati al centro di riabilitazione Villaggio Eugenio Littà di Grottaferrata (Roma), sono state così protratte nel tempo «da assurgere a sistemà, condiviso da altro personale della struttura, nella gestione del rapporto con i pazienti e che si avvaleva del clima omertoso instaurato nei confronti di soggetti incapaci di difesa». Lo scrive la Cassazione confermando gli arresti domiciliari per via della sua pericolosità sociale nei confronti di una operatrice sanitaria, che lavorava in questa struttura e che è tra le dieci persone indagate in questa vicenda ai danni delle sedici vittime ospitate nel villaggio convenzionato con la Regione Lazio e che si trova ai castelli romani, alle porte di Roma. Dalle riprese fatte dai Nas, ricorda il verdetto della Suprema Corte, risulta che la donna l'11 ottobre 2015 dava uno schiaffo a una paziente che la seguiva, poco dopo ne dava un altro a una paziente che aveva fatto cadere la felpa.

Ultimo aggiornamento: Martedì 14 Giugno 2016, 05:00