La legge taglia-stipendi torna in commissione

Margherita Ossoli
Come previsto, la proposta di legge del M5S sul dimezzamento degli stipendi dei parlamentari è stata rinviata in commissione. Un rinvio votato dal Pd e da tutta la maggioranza contro il parere di Forza Italia, FdI e Sinistra italiana. Naturalmente sono stati però i deputati pentastellati a contestare più di tutti la scelta. Alcuni di loro, dopo il voto, hanno lasciato l'emiciclo e si sono uniti a circa duecento attivisti del Movimento, radunati davanti all'ingresso della Camera per protestare, con slogan e striscioni, contro i costi della politica.
«Sono gentaglia - ha attaccato Alessandro Di Battista - sono pericolosi perché non sono liberi. Siamo Davide contro Golia, ma non molleremo di un centimetro». Beppe Grillo, che ha seguito i lavori dalla tribuna di Montecitorio, ha twettato: «Il Pd ha votato per affossare la nostra proposta di dimezzamento degli stipendi dei parlamentari! #renzinonnasconderti». Ma il premier è convinto che il Movimento 5 stelle abbia tentato la mossa del taglio dei costi della politica in vista del referendum e invita il leader M5s ad un confronto in tv sul tema.
«I Cinque stelle hanno detto che prendono 2-3000 euro al mese poi vai a scoprire che con i rimborsi ne prendono 11000 esattamente come quelli del Pd» contrattacca ribadendo la sua proposta di legare le indennità alle presenze in Aula.
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Ultimo aggiornamento: Mercoledì 26 Ottobre 2016, 05:00