La Corte europea dei diritti dell'uomo dice un no secco alla pratica dell'utero

La Corte europea dei diritti dell'uomo dice un no secco alla pratica dell'utero in affitto. I giudici di Strasburgo hanno infatti riconosciuto all'Italia il diritto di togliere a una coppia il bambino nato da una madre surrogata in Russia perché tra il piccolo e gli aspiranti genitori non c'era alcun legame biologico. Il caso riguarda una coppia italiana residente nella provincia di Campobasso. Nel 2011, in Russia, attraverso una società privata, la coppia sposata aveva ottenuto da una madre surrogata' un bambino, che non ha alcun legame biologico con i due italiani. Per la legge russa, la coppia ha potuto registrare il bambino come proprio figlio, ma in Italia il tribunale ha rifiutato di farlo. Il bimbo di pochi mesi è stato tolto ai due e poi dato in adozione a un'altra famiglia. E a Strasburgo la Corte ha deciso che i giudici italiani hanno preso una decisione giusta poiché se avessero accettato di lasciare il bambino con la coppia, dandogli la possibilità di divenirne i genitori adottivi, questo sarebbe equivalso a legalizzare una situazione creata in violazione d'importanti leggi nazionali, tra cui quella che regola le adozioni. La decisione della Corte europea è stata accolta con entusiasmo dalle associazioni in difesa della famiglia che l'hanno definita come una vittoria storica dei diritti umani chiedendo poi di bandire l'utero in affitto a livello internazionale.(A.Sev.)

Ultimo aggiornamento: Mercoledì 25 Gennaio 2017, 05:00