La Corea del Nord sfida Trump

La Corea del Nord ha testato un Musudan modificato, un missile di media gittata tutto made in Dprk, finito dopo la traiettoria di 500 km nelle acque del mar del Giappone: si è trattato del primo messaggio di Pyongyang rivolto al presidente Usa Donald Trump dall'insediamento del 20 gennaio.
L'intelligence sudcoreana (e americana) ha segnalato nelle ultime settimane che i tempi erano maturi per la «provocazione» del regime in vista di marzo/aprile quando Seul e Washington terranno le esercitazioni militari annuali congiunte (note come Key Resolve/Foal Eagle) che si annunciano come le più grandi e su vasta scala mai organizzate come deterrenza verso il Nord. Un'iniziativa «assolutamente intollerabile», ha tuonato il premier nipponico Shinzo Abe in una video dichiarazione insieme a Trump dalla sua residenza privata in Florida. «Voglio che tutti capiscano e sappiano che gli Stati Uniti sono al 100% al fianco del Giappone, un grande alleato», ha affermato il tycoon.
Le «provocazioni» di Pyongyang non sono mai casuali inseguendo il più ampio impatto mediatico internazionale possibile: l'ultima è maturata a pochi giorni dalla storica telefonata di Trump al presidente Xi Jinping (che ha visto la conferma Usa del rispetto della politica della «Unica Cina») e dalla visita di Abe negli Stati Uniti che avrebbe dovuto vedere i due leader dedicare il weekend al golf dopo gli incontri ufficiali di Washington.

Ultimo aggiornamento: Lunedì 13 Febbraio 2017, 05:00