Italia-Spagna: chi vince prenota già Russia 2018

Ernesto De Franceschi
MILANO - Può un commissario tecnico giocarsi una buona fetta del suo futuro alla seconda partita ufficiale? Chiedetelo a Giampiero Ventura che stasera da ex granata nel feudo juventino dello Stadium non può fallire. «Torino è uno spicchio della mia vita, ci torno volentieri. Allo Juve Stadium ha sempre vinto la squadra di casa, quando l'ho affrontata ho giocato stavolta per fortuna la alleno io», scherza lui alla vigilia.
Perdere contro la Spagna significherebbe trasformare la qualificazione al Mondiale in Russia del 2018 (passa solo la prima del girone) in una scalata nella neve a piedi nudi. «E' una sfida affascinante, una partita accattivante, la più importante della mia carriera - ammette Ventura -, ma non carichiamola di troppi significati: ai Mondiali manca ancora un anno e mezzo». Sarà di nuovo Italia-Spagna poco più di tre mesi dopo il 2-0 azzurro di Parigi negli ottavi dell'Europeo. «Quel che conta è la qualità tecnica assoluta dei nostri avversari, la loro spensieratezza, la gioia di fare gioco - avverte il ct -. Questa è la loro vera espressione che dobbiamo temere e rispettare facendo quel che sappiamo fare. E non è poco...».
Allo Stade de France ad aprire le marcature ci pensò Chiellini che oggi sarà squalificato: per cui in difesa Ventura lancia titolare il milanista Romagnoli all'esordio nella Nazionale dei grandi. «Se dovesse giocare, farebbe un altro piccolo passo verso il futuro - spiega il ct -. Quando feci esordire Bonucci e Ranocchia in serie A mi dissero che forse era un azzardo, mi auguro che la frase porti altrettanta fortuna ad Alessio». Per il resto tutto chiaro, o quasi. Florenzi e De Sciglio gli esterni, con il centenario De Rossi (sarà premiato prima del match con una targa) preferito nel ruolo di play a Verratti e attacco affidato alla solita coppia Pellè-Eder con Immobile e Belotti in panchina pensando alla sfida di domenica in Macedonia. «Mi aspetto una Spagna ferita per il ricordo dell'Europeo - spiega il capitano Gigi Buffon -, la vittoria all'Europeo fa non ci deve fuorviare: dobbiamo tenere i piedi a terra con una buona dose di umiltà ricordandoci come abbiamo approcciato mentalmente quella partita. L'amico Morata? Spero non giochi».
Torino, dove gli azzurri hanno perso l'ultima volta nel 1955 (0-4 contro la Jugoslavia), ha voglia di Nazionale: stasera saranno quasi 40 mila i tifosi. Che non potranno ammirare il maxi scudetto bianconero con il numero 34, oscurato come nel passato dalla Juve per evitare incidenti diplomatici con la Figc.
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Ultimo aggiornamento: Giovedì 6 Ottobre 2016, 05:00