«Inni contro il vecchio impero» Green Day, tuffo nel punk-rock

Massimiliano Leva
MILANO - Succede a volte di tornare in luoghi e ritrovare sensazione, ricordi, immagini. Come se nulla fosse cambiato e il tempo non avesse sbiadito alcunché. Se accade, allora tutto può essere come sempre è stato: magari gli amici sono cresciuti, ma parole, sentimenti, rabbia ed emozioni sono ancora lì. Musica, rabbia e parole, in questo caso, sono quelle dei Green Day. Esce oggi (venerdì) infatti il loro nuovo album Revolution Radio: dodicesimo disco di studio, preceduto dal singolo Bang bang.
Se si è in cerca di rock punk melodico, per intenderci quelle sonorità degli esordi che hanno fatto della band guidata da Billie Joe Armstrong (nella foto) - 65 milioni di album venduti nel mondo - un gruppo di superstar, allora Revolution Radio è una conferma. Grinta, energia e ancora una volta una visione del mondo come se addosso portassero abiti da guerriglieri. Non un concept-album come in passato lo è stato per esempio American Idiot. «Non c'è tempo per i concept. Ci vogliono inni contro il vecchio impero», ha dichiarato Armstrong. E il messaggio, neppure tanto velato, è contro l'Amerika (quella con la K) di Donald Trump. Se ne parla nei testi, là dove si cita esplicitamente la voglia di rivolta Somewhere Now e Revoluton Radio. Oppure dove si parla di scontri razziali (Still Breathing) o sparatorie (Bang Bang). O ancora dove i ricordi portano all'infanzia dello stesso Billie Joe (Too Dumb To Die), oggi disintossicato e pronto di nuovo a combattere a tempo di rock. Il suono è crudo. Le canzoni sono forti. E Revolution Radio è un tuffo nel sempre caro punk rock dei Green Day.
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Ultimo aggiornamento: Venerdì 7 Ottobre 2016, 05:00