Ilaria Ravarino
VENEZIA - Un tiepido applauso e qualche breve fischio in sala

Ilaria Ravarino
VENEZIA - Un tiepido applauso e qualche breve fischio in sala hanno accolto ieri Questi giorni di Giuseppe Piccioni, terzo e ultimo film italiano in concorso a Venezia. In attesa della consegna dei premi nella sera di domani, e al netto di qualche sempre possibile sorpresa, si chiude così senza clamori la partecipazione italiana alla Mostra: tre film molto diversi tra loro, un documentario, una commedia e il road movie al femminile di Piccioni, accolti senza eccessivi entusiasmi. «Non penso che il mio sia il tipo di film che viene accolto male a un festival - ha detto il regista - e comunque la battaglia mi piace: la dimensione del festival non mi è naturale ma ogni tanto è divertente partecipare». Illuminato da qualche sequenza efficace, ma appesantito da una sceneggiatura fin troppo verbosa, Questi giorni (nella foto, una scena) è la storia di quattro amiche ventenni che partono in macchina dirette a Belgrado, in un viaggio che cambierà le loro vite. «Ho fatto questo film per rimettermi in contatto con quella strana energia della giovinezza fatta di desiderio, attesa, bisogni e confusione, raccontando quattro ragazze che bussano alle porte del futuro».
Eppure non è tanto la storia, fin troppo fedele allo schema del classico buddy movie all'americana, quanto l'aspetto formalmente irregolare del film a rendere Questi giorni un prodotto originale: «La storia parte quando inizia il viaggio delle ragazze, ma il film comincia prima. Volevo tergiversare, prendere tempo, per poi cercare un tono vicino alla commedia. Nel nucleo centrale del film, cioè il viaggio, la spensieratezza delle protagoniste va di pari passo all'emersione dei loro problemi. Fino al finale, che sfiora i toni del melò».
Nel cast, oltre ai volti noti di Margherita Buy (sua la miglior performance), Sergio Rubini e Filippo Timi, anche le giovani Caterina Le Caselle, Maria Roveran, Laura Adriani e Marta Gastini: «Abbiamo fatto un grande lavoro sulla recitazione per cercare un senso di verità nella loro performance. Volevo comunicare un'idea di naturalezza, lasciandomi investire dalla loro spontanea energia».
riproduzione riservata ®

Ultimo aggiornamento: Venerdì 9 Settembre 2016, 05:00