Il presidente della Bce, Mario Draghi , on chiude la porta a un intervento dello

Il presidente della Bce, Mario Draghi , on chiude la porta a un intervento dello Stato a sostegno delle banche. Gli aiuti di Stato possono intervenire «in circostanze eccezionali», come nel caso in cui non si riescono a smaltire i crediti deteriorati sui mercati e bisogna evitare «vendite incontrollate» in Borsa. Un po' quello che sta accadendo da settimane alle banche italiane a cui proprio il governatore della Bce fa riferimento quando invita a risolvere quanto prima il «grande problema», anche con una serie di misure da parte del governo. Sull'intervento a sostegno delle banche, comunque, rimane in corso la trattativa fra Roma e Bruxelles nell'attesa dei risultati degli stress test della prossima settimana. Per il resto, la Bce ha deciso di lasciare i tassi invariati, mantenendo gli acquisti di asset di 80 miliardi al mese fino a marzo 2017. Sono rimandate a settembre eventuali nuove decisioni quando il quadro economico sarà più chiaro e quando si capiranno gli effetti della Brexit davanti alla quale, secondo Draghi, i mercati hanno già mostrato una certa capacità di resistenza.
Le parole di Draghi hanno rincuorato i listini europei, con Milano che a fine giornata registra la migliore performance, trascinata proprio dai titoli bancari.
Il nodo delle banche rappresenta però un rischio anche per la crescita. Il centro studi di Confindustria, per esempio, ha certificato che nel secondo trimestre 2016 il Pil italiano è cresciuto dello 0,15% contro lo 0,25% stimato, e non sarà «molto più vivace anche nel terzo». (A.Sev.)

Ultimo aggiornamento: Venerdì 22 Luglio 2016, 05:00