Esselunga chiusa per l'addio al patron

Saracinesche dei supermercati del gruppo abbassate in segno di lutto. E duecento tra familiari e collaboratori più stretti riuniti nella chiesa di San Giuseppe, a due passi dalla Scala, per i funerali in forma privata.
Ultimo saluto ieri mattina, a Bernardo Caprotti, il patron di Esselunga scomparso venerdì scorso all'età di 90 anni. In prima fila nella piccola chiesa - per la quale proprio Caprotti due anni fa aveva finanziato il restauro dei pavimenti - c'erano sia la seconda moglie Giuliana Albera con la figlia Marina Sylvia sia i figli del primo matrimonio, Giuseppe e Violetta, presenti nonostante i rapporti non proprio sempre sereni con il padre, culminati nella lunga causa in tribunale sulla proprietà delle quote di Esselunga. E proprio Violetta che venerdì era riuscita a salutare il padre poco prima che le sue condizioni si aggravassero, ha voluto far leggere messaggio al termine della cerimonia. «Grazie papà per avermi aspettato, mi hai fatto capire l'enorme amore che c'era tra di noi. Rimarrai sempre nel mio cuore».
La sepoltura nella cappella di famiglia del cimitero di Albiate, in provincia di Monza. Ora resta da chiarire quale sarà il futuro del gruppo e l'attenzione si sposta sull'apertura del testamento, prevista a giorni nello studio del notaio di fiducia. Da quello infatti dipenderanno i nuovi assetti azionari, con la ripartizione delle quote fra i figli e le vicende familiari che potrebbero interferire con il progetto di cessione dei supermercati al quale l'imprenditore stava pensando da tempo.
Intanto si moltiplicano le iniziative per ricordare quello che è considerato il padre della grande distribuzione italiana. Ieri in Consiglio comunale Forza Italia, con una mozione urgente ha chiesto all'amministrazione Sala di intitolare una via o un giardino a Caprotti e di inscrivere il suo nome al Famedio del Cimitero Monumentale, tra i Grandi. (E.Stra.)

Ultimo aggiornamento: Martedì 4 Ottobre 2016, 05:00