Donatella Aragozzini
ROMA - Alla fine ha vinto il buon senso: Wanna Marchi e

Donatella Aragozzini
ROMA - Alla fine ha vinto il buon senso: Wanna Marchi e la figlia Stefania Nobile non saranno tra i naufraghi della prossima edizione dell'Isola dei famosi, al via il 30 gennaio su Canale 5. A darne comunicazione è stato ieri il Biscione, che in una nota brevissima ha spiegato che «l'editore ha giudicato inopportuna la loro partecipazione a un programma Mediaset». La decisione, inevitabile, arriva in seguito al coro di proteste sollevatosi all'annuncio che le due avrebbero preso parte al reality, come raccontato da loro stesse in un'intervista a Chi: condannate per associazione a delinquere finalizzata alla truffa, dopo aver saldato il loro debito con la giustizia le teleimbonitrici più tristemente famose della tv sarebbero così tornate sul piccolo schermo, passando addirittura dalla porta principale, una trasmissione seguita da milioni di persone. Ma mai come stavolta l'opinione pubblica è stata compatta nel condannare una cattiva condotta e le polemiche sono rimbalzate rapidamente sui social network, alimentate proprio da un programma Mediaset, Striscia la notizia, che nei giorni scorsi ha realizzato ben due servizi per contrastare la loro riabilitazione televisiva. D'altro canto, il tg satirico di Antonio Ricci era stato il primo, nel 2001, a denunciare le attività fraudolente della coppia madre-figlia, che con la complicità del maestro Do Nascimiento raggiravano i telespettatori estorcendo ingenti somme di denaro in cambio di sedicenti rimedi contro il malocchio, e dunque non poteva che ribadire anche in questa occasione la sua posizione contro le due. Lo ha fatto, in primis, riportando i pareri della gente comune di fronte a una scelta che «potrà anche premiare dal punto di vista degli ascolti, forse», come ha sottolineato Ezio Greggio, ma che tutti gli interpellati hanno giudicato inopportuna, con toni anche accesi.
Commenti inequivocabili, che devono aver fatto riflettere i vertici di Mediaset sulla seria possibilità di una mobilitazione popolare contro la trasmissione, con conseguente calo di ascolti e perdita di introiti pubblicitari. E alla fine è arrivato il dietrofront, ribadito anche dalle dirette interessate che «rendendosi conto del clamore suscitato dalla loro originaria inclusione nel cast, confermano avere concordato con l'azienda la propria esclusione». E, in un modo o nell'altro, giustizia è fatta.
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Ultimo aggiornamento: Giovedì 19 Gennaio 2017, 05:00