Celeste Ludovisi

Il ddl sul biotestamento, ieri, è stato approvato dalla Camera dei Deputati, con 326 sì e solo 37 no. Ora l'esame passa al Senato dove si annuncia una dura battaglia. Le polemiche, infatti, si sono accese già ieri dopo il voto. Sotto i riflettori, la possibilità di obiezione di coscienza per i medici chiamati a staccare la spina' prevista nel testo anche se la struttura è poi tenuta a dar corso alle volontà del paziente e l'impossibilità per le cliniche private, anche cattoliche, ma convenzionate con il sistema sanitario nazionale di chiedere l'esonero dall'applicazione delle norme.
Immediate le polemiche dei cattolici, secondo cui il testo «vuole fare entrare nel nostro ordinamento giuridico l'eutanasia e vi entra nel modo più barbaro: la morte per fame e per sete». Contrari pure Lega Nord e Forza Italia - Stefania Prestigiacomo però ha votato sì - e Alternativa Popolare.
«Questa legge ha in sé una grandissima contraddizione dice Maurizio Lupi, capogruppo Ap ovvero, mentre il principio fondamentale che la ispira è la tutela della vita e della salute dell'individuo, poi però la contraddizione esplode nelle norme che regolano come porre fine alla vita, ma è impossibile perché non può esistere il diritto alla morte». E i no ora puntano a farsi sentire in Senato e a bloccare il ddl. « La battaglia non è finita - dicono i cattolici - Essa continua al Senato dove i rapporti di forza sono diversi e noi contiamo che i colleghi del Senato la proseguano fino alla vittoria».
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Ultimo aggiornamento: Venerdì 21 Aprile 2017, 05:00