a Roberto Recchioni


di sceneggiatore e curatore editoriale Dylan Dog
Qual è il segreto di Dylan Dog?
«Gli anni 80 erano l'epoca del machismo e degli eroi tutti di un pezzo al cinema. Spuntò questo detective insicuro e ironico, pure con il vizio dell'alcol. Fu una rivoluzione. Intercettò le ansie da prestazione di una generazione».
Quando prese in mano il primo Dylan Dog?
«Avevo 12 anni. L'episodio galeotto fu il n.5, Gli uccisori: fu come una fucilata nella testa. Da quelle pagine Tiziano Sclavi mi diceva: Fino ad oggi eri uno zombie, ora guarda com'è un vero fumetto».
Grazie a lei Tiziano Sclavi è tornato a sceneggiare storie della sua creatura?
«Ogni sabato, quando ci incontriamo, gli chiedevo perché non tornava a scrivere. Un giorno, senza alcun segno premonitore, mi è arrivata una sua sceneggiatura. Alla Bonelli proprio non volevamo crederci...».(F.Cos.)

Ultimo aggiornamento: Martedì 27 Settembre 2016, 05:00