L'Onu condanna le parole di Trump: "Vergognose e scioccanti". Il dietrofront del presidente Usa

L'Onu condanna le parole di Trump: "Vergognose e scioccanti". Il dietrofront del presidente Usa
L'Onu condanna i commenti di Donald Trump sui alcuni paesi da cui partono gli immigrati. Se confermati, sono «vergognosi e scioccanti», ha affermato il portavoce dell'ufficio Onu per i diritti umani Rupert Colville, sottolineando che tali commenti potrebbero mettere in pericolo vite umane fomentando la xenofobia. Trump, secondo i media americani, durante una riunione con alcuni deputati avrebbe detto «Perché gli Stati Uniti dovrebbero avere tutta questa gente che arriva da questo cesso di Paesi?». 

«Non si possono liquidare interi paesi come 'cessì», ha affermato Colville, aggiungendo che tali commenti «potrebbero danneggiare e distruggere la vita di molte persone» perché «legittimano a colpirle in base al posto da cui provengono». Le dichiarazioni del presidente Usa «vanno contro i valori universali che il mondo ha così duramente perseguito dopo la seconda guerra mondiale e l'olocausto».



IL DIETROFRONT «Il linguaggio che ho usato al meeting sull'accordo Daca (sui dreamer) è stato duro», ma «non ho usato quel linguaggio». Così Donald Trump dopo le sue frasi di stanotte sui paesi di origine degli immigranti, che secondo indiscrezioni di stampa sarebbero state offensive (con l'utilizzo 'cessi'). «Quello che è stato veramente duro è stato ricevere una proposta così stravagante», ha aggiunto.

ANNULLATA LA VISITA A LONDRA Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trumpha fatto sapere di avere cancellato la sua visita a Londra prevista il mese prossimo in occasione dell'inaugurazione della nuova ambasciata americana. Lo ha reso noto via Twitter, sostenendo di aver rinunciato «perchè - ha scritto- non sono un fan della Amministrazione Obama che ha svenduto per un pugno di noccioline la più bella e meglio posizionata ambasciata di Londra solo per il gusto di costruirne una nuova al prezzo di 1,2 miliardi di dollari, Mica un grande affare. E volevano che andassi a tagliare il nastro? Nemmeno per sogno!».

Nei giorni scorsi la stampa britannica aveva sostenuto che la visita sarebbe stata segnata dalle proteste. Citando fonti governative, il Guardian aveva ventilato l'ipotesi che Trump voleva cancellare la visita proprio per il timore di proteste di massa e il Daily Mail aveva rimarcato che analoga ipotesi parlando «della paura del presidente Usa di non essere il benvenuto». 



La premier britannica Theresa May aveva invitato Trump per una visita di stato quando - a gennaio, prima tra tutti i leader mondiali - era stata in visita dal nuovo presidente alla Casa Bianca. Di fronte a possibili proteste di massa e davanti al rifiuto opposto da una parte dei parlamentari all'ipotesi di un intervento di Trump in Parlamento, non era stata però stabilita alcuna data per la visita di Stato. Al suo posto, si era organizzata una breve, meno formale «visita di lavoro», ricorda ancora il 'Guardian', fissata per il prossimo mese e durante la quale il presidente avrebbe tagliato il nastro per l'inaugurazione della nuova sede diplomatica a Nine Elms e avrebbe avuto colloqui con Theresa May.

Era stata valutata anche la possibilità di un incontro con la regina, senza la formalità di un vero e proprio ricevimento ufficiale, di fronte al rischio di forti proteste. Tuttavia anche i piani per questa visita meno impegnativa e formale sembrano a questo punto congelati. Fonti governative citate dal quotidiano britannico suggeriscono che l'inaugurazione della nuova ambasciata potrebbe essere affidata al segretario di stato Rex Tillerson. 



LE PAROLE CHOC SUI MIGRANTI Donald Trump tuona ancora contro gli immigranti, usando parole pesanti o almeno, a dir poco, inusuali per un presidente. «Perché gli Stati Uniti devono avere tutta questa gente da queste merde di paesi?», ha detto in un incontro nello Studio Ovale con alcuni membri del Congresso che gli suggerivano il ripristino di protezioni per le migliaia di immigrati da Haiti, El Salvador e da alcuni paesi africani, usando proprio la parole «shithole». Secondo quanto riportato dal Washington Post, che cita due fonti anonime informate sull'incontro, il presidente americano avrebbe anche suggeito che gli Stati Uniti dovrebbero attirare più immigrati da paesi come la Norvegia. 

Trump, lunedì scorso aveva revocato il Temporary Protected Status di cui beneficiano attualmente 195.000 cittadini salvadoregni - accordato loro dopo il terremoto del 2001 - i quali per rimanere negli Stati Uniti, entro il 9 settembre prossimo, dovranno regolarizzare la propria posizione. Se non riusciranno a completare le pratiche, dovranno lasciare il paese. Analoga protezione temporanea riguarda immigrati provenienti da Haiti, Nicaragua e Sudan, tutti i paesi che hanno subito gravi catastrofi naturali o guerre civili negli ultimi decenni. anche per loro lo status speciale è scaduto l'anno scorso.

La Casa Bianca, in una dichiarazione, ha difeso Trump, senza smentire le ricostruzioni di stampa, sostenendo che il presidente accetterà solo leggi sull'immigrazione che cancelleranno le sue preoccupazioni. «Come altri paesi che hanno un sistema dell'immigrazione basato sul merito, il presidente si sta battendo per una soluzione permanente che renda il nostro paese più forte, accogliendo coloro che possono contribuire alla nostra società, a far crescere la nostra economia e ad integrarsi nella nostra grande Nazione», ha affermato il vice portavoce della Casa Bianca, Raj Shah.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 12 Gennaio 2018, 14:00
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