Usa, 16enne autistica lascia la famiglia adottiva e torna dalla madre: lei la uccide e brucia il corpo

Sedicenne autistica lascia la famiglia adottiva e torna dalla madre: lei la uccide e brucia il corpo

di Federica Macagnone
Aveva lasciato la famiglia che l'aveva cresciuta per tornare dalla donna che l'aveva messa al mondo e che ben presto l'aveva data in adozione. Savannah Leckie, 16enne affetta da autismo, non sapeva che quel ritorno alle radici si sarebbe rivelato una trappola mortale: i suoi resti sono stati trovati in una fossa, mentre Rebecca Ruud, 39 anni, la madre dalla quale era voluta tornare in quella fattoria di Longrun, nel Missouri, è stata incriminata per omicidio.
 
 


Savannah era stata accolta con amore dai genitori adottivi, Tamile Montague e David Leckie. I due, però, avevano divorziato poco dopo il suo arrivo e la ragazza aveva continuato a vivere con la donna. Un rapporto splendido, incrinato però dall'arrivo nelle loro vite del nuovo compagno di Tamile, con il quale Savannah non riusciva ad andare d'accordo. Ed è stata proprio la sua presenza a farle decidere di tornare da sua madre 11 mesi fa. Una scelta che Rebecca, fin dall'inizio, non aveva gradito, come testimoniano gli sms che inviava alla mamma adottiva di Savannah: «Mi tratta male e credo di aver bisogno di aiuto per occuparmi di lei, perché non riesco a concludere nulla. Sono limitata nel lavoro e, inoltre, Savannah mi sta costando tanti di quei soldi che ho paura di perdere la fattoria».

Parole amare, ma che non facevano presagire un piano di morte. Il 18 luglio la donna ha chiamato la polizia dicendo che un enorme incendio si era sviluppato nella sua tenuta. Ai vigili del fuoco ha raccontato che lei e la figlia erano rimaste bruciate, ma una volta lì, si era rifiutata di far vedere loro Savannah raccontando che la ragazza stava meglio e stava facendo una doccia. Due giorni dopo Rebecca ha chiamato nuovamente la polizia raccontando che la figlia era sparita: «Deve essere rimasta impaurita dall'incendio. Ha preso alcune coperte, uno zaino ed è scappata». Solo il 4 agosto, battendo a tappeto gli 81 acri appartenenti a Rebecca, gli agenti hanno trovato dei denti e alcuni frammenti ossei in una fossa. In quell'occasione gli investigatori hanno sequestrato 26 bottigliette di soda caustica, un coltello da cucina e un tritacarne che la donna aveva usato per sbarazzarsi del corpo della figlia.

Solo nelle ultime ore è arrivata la conferma che quei resti appartengono a Savannah, il cui corpo è stato carbonizzato. Lunedì gli investigatori si sono messi sulle tracce di Rebecca che stava tentando una fuga disperata: l'hanno fermata alla stazione degli autobus di Greyhound, a Springfield, con tre grandi valigie. La donna resterà in carcere senza la possibilità di uscire dietro il pagamento di una cauzione in attesa del processo: su di lei pendono le accuse di omicidio, occultamento di cadavere, abusi e inquinamento delle prove. Poco prima di essere arrestata, la donna aveva creato una pagina GoFundMe per raccogliere fondi per un avvocato dopo aver scoperto di essere «ingiustamente indagata».

Sotto choc la famiglia adottiva di Savannah. «Siamo distrutti per quello che è successo - ha detto Tamile - Abbiamo sperato fino alla fine che quei resti non fossero i suoi. Adesso vogliamo solo che Savannah sia ricordata come un faro, la cui luce brillerà per sempre».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 23 Agosto 2017, 18:05
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