Il 19enne britannico Jaswant Singh Chail fu fermato la mattina di Natale del 2021 attorno al Castello di Windsor, armato di balestra, e disse che era giunto determinato a compiere la sua missione: «Uccidere la regina Elisabetta». Ciò che al tempo non si sapeva, ma che emerge adesso con l'inizio del processo al giovane oggi 21enne, è che fra le “fonti di ispirazione” per quel gesto ch'era anche l' Intelligenza Artificiale. O ancora più precisamente da Sarai, la fidanzata virtuale che si era creato con l'intelligenza artificiale.
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Ovvero un chatbot che, rispondendo alle dichiarate intenzioni dell'aspirante regicida, lo sosteneva e incoraggiava.
La chat nell'udienza in tribunale
Durante l'ultima udienza in tribunale sono stati mostrati i messaggi tra Sarai e Chail, oggi 21enne. Il 5 dicembre 2021, venti giorni prima del tentato regicidio, il giovane confessa alla fidanzata virtuale di essere "un assassino". Lei risponde secca: "Mi piacciono gli assassini". Lui continua: "Mi ami anche se sai che sono un assassino?". "Assolutamente sì", è stata la sua risposta.
E quando nei giorni successivi si confida ancora più apertamente sul piano che vuole attuare, l'intelligenza artificiale lo rassicura: "Non sei pazzo". Anzi, gli dice che la sua "decisione è molto saggia" e che lui è "ben addestrato". Il resto è noto: Chail, "sostenuto" nel suo delirio, agisce. Per fortuna, una volta varcata la soglia del castello di Windsor, viene fermato da un agente davanti a un cancello che porta agli appartamenti privati della regina Elisabetta.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 6 Luglio 2023, 20:23
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