Strage Florida, l'Fbi ammette: "Fummo avvertiti di un attacco di Cruz ma non abbiamo agito"

Strage Florida, l'Fbi ammette: "Fummo avvertiti di un attacco di Cruz ma non abbiamo agito"
L'ammissione choc. L'Fbi ammette che il protocollo non è stato seguito nella sua interezza dopo indicazioni ricevute lo scorso 5 gennaio su Nikolas Cruz, l'autore della strage nella scuola di Parkland, in Florida, che sottolineavano comportamenti preoccupanti. Lo sottolinea lo stesso Bureau federale in una nota che comprende un commento del Christopher Wray che esprime rammarico «per l'ulteriore dolore che ciò ha provocato in coloro coinvolti in questa orribile tragedia».



Stando a quanto riferisce l'Fbi, le indicazioni ricevute su Cruz avvertivano sul fatto che il giovane potesse «potenzialmente condurre una sparatoria a scuola» sulla base del fatto che aveva manifestato «desiderio di uccidere, comportamento sopra le righe e postato messaggi inquietanti su social media». Informazioni che l'agenzia avrebbe dovuto analizzare e trasmettere all'ufficio competente. «Abbiamo stabilito che questo protocollo non è stato seguito», si legge nella nota, «le informazioni non furono inviate all'ufficio di Miami e all'epoca non furono condotte ulteriori indagini»

LEGGI ANCHE ---> Chi è il killer Nicolas Cruz: studente espulso, sui social foto con armi e pistole



LEGGI ANCHE ---> Trump: "Killer, mentalmente disturbato". Ma Obama lo attacca sulle armi: "Non siamo impotenti"

LEGGI ANCHE ---> Morto il coach eroe: ha fatto da scudo agli studenti con il suo corpo

SEGRETARIO ISTRUZIONE, "INSEGNANTI ARMATI? STATI HANNO STRUMENTI" «Insegnanti armati e addestrati? Gli stati hanno l'opportunità e l'opzione di farlo». Betsy DeVos, segretario all'Istruzione, risponde così alle domande sull'ipotesi di 'schierarè insegnanti armati nelle scuole americane. L'argomento torna d'attualità dopo la strage compiuta dal 19enne Nikolas Cruz in un liceo della Florida. «Ci sono differenze negli approcci degli stati», ha detto DeVos in un'intervista radiofonica concessa a Hugh Hewitt, auspicando un «dibattito ampio per evitare situazioni analoghe in futuro» per arrivare al risultato auspicato: consentire «ai nostri figli di andare a scuola in un ambiente sicuro dove possano imparare».

«Il paese sta vivendo un momento e una situazione devastanti. Il mio cuore è con tutti gli insegnanti e in particolare i genitori e le famiglie. È fondamentale che si discuta di come affrontare i problemi mentali», ha detto ancora. «Abbiamo questioni culturali che dobbiamo affrontare. Dobbiamo riesaminare, come società, gli elementi che ci uniscono e non quelli che ci dividono. Il Congresso deve discutere, serve un dibattito al livello in cui i legislatori possono avere un impatto sul futuro. Dobbiamo avere una discussione e il Congresso deve avere un ruolo di leader in questo processo», ha detto ancora. 
Ultimo aggiornamento: Venerdì 16 Febbraio 2018, 21:52
© RIPRODUZIONE RISERVATA