L'anatema del Papa: "Chi va a prostitute è un criminale"

L'anatema del Papa: "Chi va a prostitute è un criminale"

di Franca Giansoldati
Città del Vaticano – Andare a prostitute «è un atto criminale» e chi cerca rapporti con ragazze vittime del racket «è un criminale». C'è tutto il dramma della tratta delle giovani donne schiavizzate sulle nostre strade nelle parole di Papa Francesco. «È un problema grave, grave, grave. Vorrei che voi - ha detto rivolgendosi ai giovani riuniti nel convegno pre-sinodale in Vaticano - lottaste per questo. Per favore se un giovane ha questa abitudine la tagli, perché è un crimine. Chi fa questo è un criminale. Questo non è fare all'amore, questo è torturare una donna, non confondiamo i termini». Nella riunione che ha convocato in Vaticano in preparazione al sinodo sui giovani è affiorato anche questo argomento, sollecitato dalla domanda di una ragazza. Il Papa ha ribadito: «Questa è una schiavitù di oggi. Credo che qui in Italia, parlando di clienti, credo, facendo un calcolo che sia verosimile che il 90% dei clienti siano dei battezzati, cattolici». Poi ha commentato: «Penso allo schifo che devono sentire queste ragazze quando questi uomini le fanno fare qualche cosa». Tutto questo, ha aggiunto, nasce “da una mentalità malata secondo cui la donna va sfruttata, è uno schifo!»

«Non c'è femminismo che sia riuscito a togliere questa mentalità dalla coscienza maschile, dall'immaginario collettivo. Questa malattia, questo modo di pensare sociale è un crimine contro l'umanità», ribadisce con forza il Pontefice.

Il tema della responsabilità dei clienti era stato affrontato anche alcuni mesi fa. Francesco ha pochi dubbi sul fatto che per debellare il fenomeno del racket sia necessario arrivare ad una forma di sanzione ai clienti. Lo aveva detto chiaro e tondo rispondendo alle domande dei partecipanti di un convegno contro la tratta di persone, ricevuti in udienza nella Sala Clementina: «Lasciatemelo dire se ci sono tante ragazze vittime della tratta che finiscono sulle strade delle nostre città, è perché molti uomini qui – giovani, di mezza età, anziani – richiedono questi servizi e sono disposti a pagare per il loro piacere. Mi chiedo allora, sono davvero i trafficanti la causa principale della tratta? Io credo che la causa principale sia l’egoismo senza scrupoli di tante persone ipocrite del nostro mondo. Certo, arrestare i trafficanti è un dovere di giustizia. Ma la vera soluzione è la conversione dei cuori, il taglio della domanda per prosciugare il mercato».

 
Ultimo aggiornamento: Lunedì 19 Marzo 2018, 14:00
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