Molestie sessuali con lo smartphone, la denuncia è virale: "Riconoscevo le mie mutande"

Molestie sessuali con lo smartphone, la denuncia è virale: "Riconoscevo le mie mutande"
"Ho riconosciuto le mie mutande", è il racconto di Gina Martin, la ragazza che ha lanciato una petizione contro una forma di molestia sessuale chiamata "upskirting". Letteralmente significa spiare sotto la gonna e negli ultimi anni è abitudine farlo con lo smartphone che riprende cosa c'è sotto il vestito.

Gina Martin ha denunciato alla polizia un uomo che le aveva fatto una foto senza il suo consenso: "Era l’8 luglio - ha raccontato ai giornali anglosassoni - e ero in mezzo alla folla in fila ad Hyde Park per il British Summer Time music festival. Ridevo con mia sorella. Due uomini erano vicino a noi e, dopo averci offerto delle patatine, diventarono molto sfrontati. Uno di loro si è avvicinato a me e deve essere successo allora che ha messo il telefono tra le mie gambe e ha scattato delle foto. Io non mi sono accorta di nulla finché con la coda dell’occhio non ho visto l’uomo che guardava delle foto sul telefonino e rideva. Ho riconosciuto le mie mutande!".



Gina riesce a prendere il telefono, scappa e denuncia tutto, ma non si può procedere perché non è considerato un vero reato e la ragazza indossava biancheria intima. "Se avessi scelto di non portare la biancheria intima l’uomo sarebbe stato perseguito per quanto assurdo possa apparire". Per vendicarsi la giovane posta una foto dei due uomini su Facebook: "Volevo imbarazzarli. Volevo che qualcuno mi dicesse dove erano". Il post diventa virale su Fb e Twitter e lancia una petizione su Care2 a cui hanno aderito 50mila persone.
 
Anche l'attrice Emma Watson ne è stata vittima. Era il 2008 e compiva 18 anni. "Mi ricordo che quando sono uscita dalla festa i fotografi si sdraiarono per terra e scattarono delle fotografie sotto la gonna che furono pubblicate sui giornali il giorno dopo. Se l’avessero fatto 24 ore prima sarebbe stato illegale ma siccome ero maggiorenne nessuna legge poteva fermarli".





 
Ultimo aggiornamento: Lunedì 21 Agosto 2017, 13:03
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