Una missione delicata, dall’alto valore simbolico: mettere Draghi, Scholz e Macron su un treno diretto a Kiev significa ribadire che la Ue sta con l’Ucraina. Hanno lavorato settimane, le diplomazie di Roma, Berlino e Parigi, per portare i tre leader nella capitale di un Paese in guerra. Alle otto della sera di mercoledì le delegazioni sono atterrate a Rzeszw, in Polonia: un aeroporto civile ma disseminato di artiglieria Nato e cargo militari. Alla stazione di Medika, al confine tra Polonia e Ucraina, li aspettava un treno: un altro lo seguiva vuoto, per un eventuale trasbordo in caso di emergenza o intoppi.
Partenza alle 23: ogni leader in una wagon lit, il resto del convoglio occupato dagli agenti dell’intelligence e dei reparti speciali dei tre Paesi: un centinaio di uomini, ciascuno con i propri armamenti leggeri.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 17 Giugno 2022, 07:49
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