«A Gaza è in corso un genocidio»
Israele imputato alla Corte dell’Aja

Via al processo chiesto dal Sudafrica. «Tel Aviv vuole distruggere i palestinesi» La difesa: «Accusa infamante, nuovo caso Dreyfus». Il mondo si spacca in due

«A Gaza è in corso un genocidio» Israele imputato alla Corte dell’Aja

di Giammarco Oberto

La strage commessa da Hamas il 7 ottobre non giustifica quello che Israele sta compiendo a Gaza. Un massacro volto a distruggere un intero popolo. Un genocidio, in violazione dell’articolo 9 della Convenzione di Ginevra. È il passaggio chiave dell’istanza di 84 pagine con cui il Sudafrica ha portato alla sbarra lo Stato di Israele alla Corte internazionale di Giustizia dell'Aja, il principale organo giudiziario delle Nazioni Unite.

I 15 giudici eletti dall'Assemblea Generale e dal Consiglio di Sicurezza dell'Onu sono entrati solennemente nell'aula per ascoltare due giorni di discussioni: ieri l’accusa, oggi la difesa. Un processo epocale, dall’esito incerto, giocato sul filo del diritto internazionale, sul quale il Mondo è spaccato in due blocchi. E l’opinione pubblica anche: due fazioni inconciliabili, rappresentate plasticamente dalle manifestazione - pro Israele e pro Palestina intorno al Palais de la Paix dell'Aja.

Nel suo intervento durato tre ore (come tre ore avranno oggi i legali di Tel Aviv) il team dell’accusa, guidato dal ministro della Giustizia di Pretoria, Ronald Lamola, dalla giurista sudafricana Adila Hassim, da diplomatici ed esperti politici, ha fornito le prove che «le azioni di Israele mostrano un modello sistematico di condotta da cui si può dedurre un genocidio». «I palestinesi di Gaza vengono uccisi nelle loro case, nei luoghi in cui cercano rifugio, negli ospedali, nelle scuole, nelle moschee, nelle chiese» - ha detto l’avvocato Hassim rivolgendosi ai giudici - il livello di uccisioni è così ampio che i corpi trovati sepolti in fosse comuni spesso non vengono identificati». La richiesta sudafricana ai giudici è quella di «imporre a Israele ordini preliminari vincolanti, tra cui l'arresto immediato della campagna militare di Israele a Gaza».

Oggi tocca alla difesa di Tel Aviv, un pool di cinque avvocati internazionali, coordinati dall’inglese Malcolm Shaw, accademico di Cambridge.

Israele respinge con profondo segno alle accuse. La reazione del premier Netanyahu è furiosa: «All'Aja assistiamo al mondo alla rovescia. Israele combatte contro terroristi assassini che hanno commesso crimini terribili contro l'umanità: hanno massacrato, violentato, bruciato, smembrato, ucciso bambini, donne, anziani, giovani. Un'organizzazione terroristica che ha commesso il crimine più terribile contro il popolo ebraico dai tempi della Shoah». «È l'affaire Dreyfus del XXI secolo, uno spettacolo di antisemitismo e vergogna», ha insistito l'ex primo ministro Naftali Bennett, riferendosi al caso del capitano ebreo condannato ingiustamente, un caso che a inizio ‘900 divise la Francia. «Accuse false e infondate» ha ribadito il ministero degli Esteri, tacciando il Sudafrica di essere «il braccio giuridico di Hamas».

A sostegno della causa sudafricana si sono schierati diversi Paesi, per lo più musulmani e sudamericani, la Lega araba e l'Organizzazione della cooperazione islamica. Al fianco di Israele, gli Stati Uniti e la Gran Bretagna: accuse infondate, sostengono. Per il ministro degli Esteri Antonio Tajani, «c'è un attacco che colpisce la popolazione civile, ma il genocidio è un'altra cosa».

I giudici potrebbero esprimersi entro qualche settimana sulle misure urgenti chieste dal Sudafrica per porre fine all'uccisione dei civili. Ma per un verdetto sull’accusa di genocidio potrebbero volerci anche anni. E intanto a Gaza il massacro continua. I morti sono già 23mila. Secondo l’agenzia umanitaria Oxfam, ogni giorno nella Striscia l’esercito israeliano uccide in media 250 palestinesi.

riproduzione riservata ®


Ultimo aggiornamento: Venerdì 12 Gennaio 2024, 06:00
© RIPRODUZIONE RISERVATA