Scontri ad Atene contro il piano austerità:
incendiata una banca, tre morti

Scontri ad Atene contro il piano austerità: incendiata una banca, tre morti
ROMA (5 maggio) - Grecia in piazza contro il piano d'austerit anti-crisi. Ad Atene per i violenti scontri tra manifestanti e polizia tre persone sono morte nell'incendio appiccato a una banca, al cui interno erano rimaste bloccate una ventina di persone. A perdere la vita nel palazzo che ospita una filiale della Marfin Egnatia Bank, due donne, una delle quali incinta di quattro mesi, e un uomo. Quattro persone sono rimaste intossicate.



Attacco con molotov. L'incendio è stato provocato da due giovani, un uomo e una donna, verosimilmente appartenenti al movimento anarchico, che hanno lanciato bombe molotov contro la sede della banca al piano terra di un edificio in via Stadiou. Il portoncino in legno ha preso fuoco e l'incendio si è esteso agli appartamenti privati sopra la banca. Le venti persone presenti nella filiale sono salite ai piani superiori. Su un balcone i testimoni hanno visto alcune persone, una delle quali per salvarsi si è lanciata nel vuoto ed è rimasta ferita. Anarchici, con il volto coperto hanno attaccato gli agenti giunti a proteggere il lavoro dei vigili del fuoco per spegnere l'incendio alla filiale. Secondo la rete tv privata Alter, fonti degli anarchici negano di essere coinvolti nell'attacco incendiario. Alcuni blogger anarchici parlano di «provocazione».



Almeno 4 fermi. Dopo l'attacco mortale la polizia ha compiuto almeno quattro fermi. Nel tardo pomeriggio le forze dell'ordine hanno avviato una nuova operazione nel quartiere anarchico di Exarchia: diverse persone sarebbero state fermate.



Il vertice della polizia ha decretato lo stato di allarme generale: tutti i permessi sono stati annullati. Il ministero della Difesa greco ha deciso di rafforzare la sicurezza dei posti militari come edifici e caserme ad Atene e nella regione dell'Attica nel timore di attacchi.



Altri edifici in fiamme nel centro di Atene. Secondo i vigili del fuoco incendi sono stati appiccati ad Atene anche un edificio della provincia e a uno delle imposte.



Tafferugli davanti al parlamento ad Atene. La polizia ha risposto con gas lacrimogeni all'attacco di gruppi di giovani ai margini della manifestazione contro il piano di austerità. Non ci sono notizie di feriti o fermi. Gli incidenti più gravi sono segnalati a Patrasso dove la polizia ha fatto uso più volte di bombe lacrimogene contro gruppi di dimostranti violenti ai margini delle manifestazioni ufficiali che hanno anche dato fuoco a cassonetti dell'immondizia. Incidenti non gravi a Salonicco, a Ioannina e a Corfu.

Premier: appello all'unità nazionale. Dopo gli scontri il premier greco Giorgio Papandreou ha invocato l'unità nazionale ribadendo l'invito ad un vertice di tutti i leader politici affinchè «tutti si assumano le proprie responsabilita». Le «ingiuste morti» di oggi ha detto sono la conseguenza della «violenza incontrollata e dell'irresponsabilità politica».



La Grecia è «sull'orlo dell'abisso» ha avvertito il presidente della repubblica Karolos Papoulias lanciando un appello all'unità e alla responsabilità di tutte le forze politiche e sociali. Papoulias ha affermato che «il nostro paese ha raggiunto l'orlo dell'abisso: è responsabilità di tutti noi impedire che si faccia un passo nel vuoto». A tal fine, ha detto il presidente ci vuole «responsabilità nei fatti non nelle parole» altrimenti «la storia ci giudicherà tutti duramente e senza circostanze attenuanti».



Pasok: la situazione è drammatica. Il portavoce del gruppo parlamentare del Pasok in parlamento, Petros Efthimoiou, ha detto oggi che «non erano necessari i morti per capire in quale situazione si trovi la grecia. Ne va del futuro del paese» ha detto Efthimiou. L'ex presidente dell'assemblea Dimitris Siufas ha invitato tutti i deputati a «difendere l'unità della Grecia». Dopo gli scontri i giornalisti hanno sospeso lo sciopero.



Sindacato: tragico evento ma lotta va avanti. «Un tragico evento, che speriamo sia isolato»: così il rappresentante del sindacato greco del settore privato (Gsee), Filippos Thomas, ma la protesta, aggiunge, va avanti, perchè la manovra e il piano di aiuti messi in campo per salvare la Grecia avranno ulteriori effetti depressivi sull'economia del Paese. «Per domani pomeriggio alle 18 - spiega - è in programma un'altra manifestazione».



Sciopero generale. Dopo le manifestazioni e l'astensione dal lavoro proclamata ieri dal sindacato dei dipendenti pubblici Adedy e da quello comunista Pame, la protesta si è trasformata oggi in sciopero generale con la discesa in campo della confederazione del settore privato, Gsee. Lo sciopero, il terzo dall'inizio della crisi e il primo dopo l'annuncio delle nuove misure di austerità, ha paralizza il paese oscurato da un black out informativo (interrotto dopo gli incidenti), a causa dello sciopero dei giornalisti, e bloccato dallo stop al traffico aereo, ferroviario, marittimo e urbano (questo parziale per consentire l'arrivo dei manifestanti). Sono chiusi inoltre ospedali, scuole, banche, uffici pubblici e negozi (questi ultimi con l'eccezione di Atene).



Gli slogan inneggiano alla «lotta contro le misure anti-sociali», chiedono di «far pagare la crisi ai ricchi» e criticano Ue e Fmi perchè le misure richieste per concedere i 110 miliardi di aiuti alla Grecia «rubano un secolo di conquiste sociali». Il Pame, l'organizzazione sindacale del Partito comunista (il Kke di stretta ortodossia) che rifiuta tradizionalmente di partecipare alle manifestazioni unitarie, ha riunito altri 15mila manifestanti in un'altra parte di Atene. I precedenti scioperi generali sono avvenuti il 24 febbraio e l'11 marzo.



Piano condannato da opposizione. Il piano di austerità è condannato, oltre che dai sindacati, da tutta l'opposizione politica che, a cominciare da Nuova Democrazia (ND, centrodestra), voterà contro in parlamento ad eccezione del piccolo partito di estrema destra Laos. La legislazione ha tuttavia l'approvazione garantita grazie alla maggioranza di 160 seggi su 300 di cui gode il partito di governo Pasok.



Il piano concordato con Ue-Fmi in cambio di 110 miliardi di euro in tre anni, prevede una riduzione della spesa per 30 miliardi grazie al congelamento dell'impiego e a tagli su salari e pensioni per i dipendenti pubblici, riforma fiscale con aumento dell'Iva e delle imposte su carburanti, alcolici, sigarette e beni di lusso. Nonchè in virtù della riduzione delle indennità di licenziamento e degli straordinari ed estensione della possibilità di licenziare nel settore privato.



«Anche nel 2013 copriremo le necessità della Grecia se ce ne sarà bisogno»: così il commissario Ue agli Affari Economici e Monetari Olli Rehn ha risposto a chi gli chiedeva se i 110 miliardi di aiuti stanziati per Atene fossero sufficienti. «Il piano Ue-Fmi è triennale, ed è stato pensato per coprire tutte le necessita di finanziamento della Grecia fino al 2012». Il commissario ha però aggiunto che «anche nel 2013 copriremo tali necessità se ce ne sarà bisogno».



Rehn: Grecia ha truccato conti per anni. Il commissario europeo sottolinea come sia stato «l'unico Paese ad aver truccato i conti per anni, ma ora li ha corretti. Nessun altro Paese europeo può essere paragonato alla Grecia». Rehn ha precisato che i dati sono del 20 aprile e dunque non tengono conto delle cifre diffuse da Eurostat due giorni dopo. Per cui, rispetto alle previsioni, il Pil greco diminuirà del 4% nel 2010 (e non del 3%) e del 2,5% nel 2011 (e non dello 0,5%). In ogni caso, ha chiarito Rehn, «le previsioni sulla Grecia non cambieranno quelle per l'eurozona, perchè incidono solo per il 2%».



Per le Borse europee un'altra giornata di passione. Dopo la deblacle della vigilia e un'iniziale rialzo che ha dato l'illusione di una ripresa dei mercati, le piazze del Vecchio continente hanno registrato chiusure in negativo: -1,27 Milano, -1,28 Londra, -1,44 Parigi, -0,81 Francoforte. Atene cede il 3,89, Madrid il 2,27, Lisbona l'1,52.



Sarkozy: la Merkel ha reagito tardi. Critiche dal presidente francese Nicolas Sarkozy a modo «tardivo» con cui la cancelliera tedesca Angela Merkel ha reagito alla crisi finanziaria della Grecia. «Avremmo potuto bloccare la speculazione all'inizio, ma Merkel ha tardato. Non reagendo subito, abbiamo insinuato i dubbi sulla determinazione della zona euro ad aiutare di uno dei suoi membri. Se solo fossi stato ascoltato, avremmo reagito, dall'inizio, e avremmo smorzato ogni speculazione. Oggi ci costerà più caro a causa della reazione tardiva di Merkel». Il capo dell'Eliseo punta anche il dito contro le agenzie di rating, che a suo avviso «fanno il bello e il cattivo tempo».



In ballo non c'è solo la tenuta della Grecia, ma il futuro di tutta l'Europa: parola della cancelliera tedesca Angela Merkel (Cdu), che ha lanciato oggi un'appassionata difesa del piano di aiuti ad Atene davanti ai deputati del Bundestag, non senza ribadire che da questa crisi finanziaria bisogna trarre una lezione: ovvero la necessità di cambiare il Patto di Stabilità dell'Ue.



Merkel: aiuti necessari, nessuna decisione senza la Germania. Gli aiuti alla Grecia sono necessari perchè «ne va del futuro dell'Europa e del futuro della Grecia in Europa». Così la cancelliera Angela Merkel ha difeso il piano di sostegno ad Atene parlando al Bundestag e assicurando che nessuna decisione sugli aiuti alla Grecia sarà presa senza la Germania o contro la Germania. «La chiave per superare la crisi è con la Grecia», ha aggiunto Merkel, per la quale l'Europa «si trova a un bivio».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 15 Marzo 2023, 21:53
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