Juve, il diktat di Conte alla società:
tre rinforzi di livello o sarà divorzio

Juve, il diktat di Conte alla società: tre rinforzi di livello o sarà divorzio

di Timothy Ormezzano
TORINO - Rivoluzione o separazione. Dopo tre anni esaltanti, Conte mette la Juve spalle al muro. Pretende le garanzie tecniche necessarie per cominciare un nuovo ciclo vincente: la conferma dei top player, il ricambio di cinque o sei elementi spremuti e l'innesto di un centrale (Ranocchia, Paletta) e di un paio di ali di valore (Sanchez, Nani, Lucas, Cerci, Cuadrado...). Altrimenti il tecnico lascer la Signora.



Del resto, l'Italia comincia a stargli stretta. E all'estero si profila un valzer di panchine inimmaginabile fino a un paio di mesi fa. Vincere l'Europa League, in questo senso, farebbe curriculum internazionale, come insegna Villas-Boas, oggi allo Zenit. Arriva intanto sulla grande scena juventina, domani, la semifinale di andata in casa di un Benfica deciso a interrompere un digiuno di coppe che in Europa dura dal lontanissimo 1962.



Anche la Signora come fame europea non scherza: «La Juve non solleva un trofeo internazionale da quasi vent'anni (Supercoppa Uefa nel 1997; ndr) - ricorda Marchisio -, ma adesso ha una grande occasione: siamo fiduciosi di raggiungere la finale di Torino». A proposito di tabù da sfatare, c'è anche quello di Tevez, recuperato, che in Europa spara a salve da 25 partite, 1.788 minuti sul campo, e cioè dal 2009 contro il Porto (proprio una squadra lusitana).



La possibile partenza di Conte rappresenterebbe un durissimo colpo per i tifosi bianconeri che accarezzano l'idea di conquistare la prossima Champions con l'ex capitano più che mai al timone. Non si strapperebbero i capelli invece alcuni giocatori fisiologicamente stanchi di correre come dei forsennati e di allenarsi tutto l'anno con l'intensità della prima settimana di ritiro estivo.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 23 Aprile 2014, 10:23

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