Rossella Brescia e Vanessa Gravina, affiancate dal ballerino Amilcar Moret e dall'attore Gennaro Di Biase, portano in scena lo spettacolo di danza e parole ideato da Luciano Cannito ambientando le vicende delle protagoniste in scenari attuali sulle note di Thom Hanreich, Elvis Presley, The Cinematic Orchestra e Amon Tobin: Carmen si ritrova tra i profughi di Lampedusa, Medea sotto inchiesta da un giudice e Cassandra alle prese con una profezia riguardante i danni portati dalla tivù, subdoli come il cavallo di Troia.
Brescia: «Carmen è passionale, Medea potente e Cassandra sensibile». Gravina: «Carmen impulsiva, Medea annientata e Cassandra incompresa».
L'ingiustizia maggiore che una donna si trova a subire oggi?
B.: «Il maschilismo è imperante e le donne continuano a subire violenza fisica, come le mutilazioni, e verbale».
G.: «La mancanza di una vera tutela strategica da parte dello Stato e delle leggi, che dovrebbero punire severamente ogni forma di reato, anche minore, ai danni delle donne».
Qual è l'emozione più grande in questo spettacolo?
B.: «Dare vita con passione a donne diverse, ma tutte capaci di sprigionare una potenza che ti pervade».
G.: «Assorbire la danza e tradurla, sviscerandola, in gesto e parola».
Qual è lo stereotipo più radicato da estirpare?
B.: «L'amore come puro sentimento e non come possesso o ossessione. Vorrei che le donne smettessero di essere succubi».
G.: «Il palese errore del giudizio, la condanna di figure colpevoli di aver troppo amato».
Ultimo aggiornamento: Lunedì 28 Luglio 2014, 09:23
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