Rossella Brescia e Vanessa Gravina insieme a Ostia Antica per raccontare il femminicidio nella storia

Rossella Brescia e Vanessa Gravina insieme a Ostia Antica per raccontare il femminicidio nella storia

di Alessandra De Tommasi
Tre miti classici finiscono sotto accusa, colpevoli di essere donne in una societ tutta al maschile che le condanna per infedelt, infanticidio e preveggenza.





Rossella Brescia e Vanessa Gravina, affiancate dal ballerino Amilcar Moret e dall'attore Gennaro Di Biase, portano in scena lo spettacolo di danza e parole ideato da Luciano Cannito ambientando le vicende delle protagoniste in scenari attuali sulle note di Thom Hanreich, Elvis Presley, The Cinematic Orchestra e Amon Tobin: Carmen si ritrova tra i profughi di Lampedusa, Medea sotto inchiesta da un giudice e Cassandra alle prese con una profezia riguardante i danni portati dalla tivù, subdoli come il cavallo di Troia.



Un aggettivo per ciascuna delle protagoniste…

Brescia: «Carmen è passionale, Medea potente e Cassandra sensibile». Gravina: «Carmen impulsiva, Medea annientata e Cassandra incompresa».



L'ingiustizia maggiore che una donna si trova a subire oggi?

B.: «Il maschilismo è imperante e le donne continuano a subire violenza fisica, come le mutilazioni, e verbale».

G.: «La mancanza di una vera tutela strategica da parte dello Stato e delle leggi, che dovrebbero punire severamente ogni forma di reato, anche minore, ai danni delle donne».



Qual è l'emozione più grande in questo spettacolo?

B.: «Dare vita con passione a donne diverse, ma tutte capaci di sprigionare una potenza che ti pervade».

G.: «Assorbire la danza e tradurla, sviscerandola, in gesto e parola».



Qual è lo stereotipo più radicato da estirpare?

B.: «L'amore come puro sentimento e non come possesso o ossessione. Vorrei che le donne smettessero di essere succubi».

G.: «Il palese errore del giudizio, la condanna di figure colpevoli di aver troppo amato».

Ultimo aggiornamento: Lunedì 28 Luglio 2014, 09:23
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