Luca Zingaretti non si ferma mai: da Pesaro
alle due storie gay in arrivo a teatro

PESARO - «Stare vicino a un bimbo che cresce è qualcosa che ha a che fare da vicino con il rapporto con Dio». Cita una frase di un suo collega, Luca Zingaretti, per dire che il ruolo di padre è il più importante tra i tanti che interpreta, soprattutto ora che sta per arrivare la seconda figlia, che la moglie Luisa Ranieri aspetta per fine luglio.





Attore, produttore e regista teatrale e produttore cinematografico, Zingaretti è anche direttore artistico del PesaroDocFestival - Hai visto mai?, che si è svolto da venerdì a ieri proponendo documentari e incontri, tra cui un'appassionante chiacchierata pubblica con Gianni Minà. In giuria, l'iperattivo attore ha voluto anche due cari amici come Cesare Bocci e Peppino Mazzotta, compagni della lunga avventura tv del Commissario Montalbano.



Zingaretti, dove trova il tempo di fare anche questo?

«Me lo dice sempre anche mia moglie! Sono un uomo molto curioso e se una cosa mi interessa la inseguo e la mordo alle caviglie. E forse c'è una piccola dose di nevrosi: non riesco a stare fermo! Ora però con i figli sto cambiando, cerco sempre di ritagliarmi degli spazi».



In vista ha un importante impegno teatrale...

«Sto lavorando a un nuovo spettacolo che produco, dirigo e in cui recito. È The Pride di Alexi Kaye Campbell: parla di identità e racconta due storie omosessuali che si intrecciano».



Un tema molto caldo.

«L'ho scelto perché è un testo potentissimo, ma dal punto di vista etico e politico mi sembra il momento giusto. È importante che un personaggio con la mia visibilità metta al centro del dibattito una storia di questo tipo. Andrà in scena da novembre».



E poi arriverà un suo film da produttore.

«Sì, con un progetto di Salvatore Piscicelli sulla storia di una donna che affronta la solitudine nella Napoli di oggi. Un bellissimo ruolo femminile che sarà interpretato da Luisa».

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Ultimo aggiornamento: Lunedì 6 Luglio 2015, 10:32
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