Dalle hit intramontabili degli anni '80 alle
nuove sonorità: gli Europe sabato all'Alcatraz

Dalle hit intramontabili degli anni '80 alle ​nuove sonorità: gli Europe sabato all'Alcatraz

di Massimiliano Leva
Svedesi, sì: vichinghi quanto basta. Ciuffi biondi, carica sensuale, passione viscerale per il rock (stemperato verso il pop). E così, senza essere neppure troppo caricaturali, negli anni '80 gli Europe scalavano le classifiche.





Sembrava un'avventura destinata a essere una meteora. Un paio di singoli stellari come “The Final Countdown” e “Rock the Night”, classifiche rubate ai più illustri colleghi e poi una lenta discesa, legata indissolubilmente ai fasti degli anni '80 che si scioglievano con l'avvento dei '90. E invece, nel 2003, si sono riuniti, hanno ricominciato una carriera rimasta al palo forse già da quei 22 milioni di copie vendute con “The Final Countdown” e hanno ripreso a fare musica e concerti.



Sabato arrivano all'Alcatraz e pare proprio il caso di dire che “il conto alla rovescia” per il loro rock non è ancora giunto. Perché arrivano con un nuovo disco, “War of Kings”, e un monito, come spiega il cantante e frontman Joey Tempest: «Forse quel successo, quel singolo che ci ha lanciati ci perseguita ancora. Non ci conosceva nessuno al di fuori della Svezia e all'improvviso siamo stati catapultati in cima alle classifiche di mezzo mondo. Eravamo dei ragazzi, forse anche impreparati a tanto e fu come salire su un razzo verso lo spazio. Oggi è diverso: siamo più consapevoli e abbiamo più esperienza. E poi ci divertiamo sempre come allora a fare musica».



“War of kings” è il decimo album degli Europe. Un bel mix tra suoni di hard rock e pop, dai Black Sabbath ai Led Zeppelin ai Deep Purple. “I nostri idoli, quelli a cui guardiamo anche oggi”, spiega Tempest. Insomma, sempre agguerriti e con la voglia di scuotere il pubblico.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 27 Novembre 2015, 09:33
© RIPRODUZIONE RISERVATA