"Unisono", il corto del romano Paolo Budassi fa il pieno di premi a Nettuno

"Unisono", il corto del romano Paolo Budassi fa il pieno di premi a Nettuno

di Filippo Bernardi
Un esperimento realizzato in un'università degli Stati Uniti ha dimostrato che i cuori di un insieme di coppie raggruppate in un ambiente isolato e confortevole, a mano mano che passa il tempo, cominciano a battere allo stesso ritmo. Quelle coppie, insomma, cominciano a "vivere" e "sentire" all'unisono. Parte da qui l'idea di Paolo Budassi, giovane regista romano, che con il suo film "Unisono" ha vinto la XX edizione del Festival del Videocorto di Nettuno dopo aver superato una dura selezione che ogni anno vede circa 200 opere da tutta Italia disputarsi la partecipazione al concorso.







"Unisono" è la storia di due donne molto distanti tra loro eppure vicinissime. E di un uomo che corre in macchina ogni notte ossessivamente. Tre personaggi legati da un mistero. «Un forte potenziale emotivo e una costruzione drammaturgica. E poi originalità, grazie anche a un montaggio serrato che avvolge lo spettatore, coinvolgendolo. Immediatezza e "cuore"»: questi i suoi ingredienti vincenti, secondo il direttore creativo del Festival Elvio Calderoni.



«Mi ha colpito molto il fatto che il cuore degli innamorati batta davvero all'unisono, che non si tratta solo di una frase fatta, da baci Perugina - racconta il regista, classe '72, e una passione per il cinema nata sui banchi del liceo scientifico Benedetto Croce -. E allora mi sono chiesto cosa potrebbe accadere se questi due cuori fossero separati bruscamente, da un istante all'altro senza possibilità di scelta. Da questa partenza ho costruito poi la sceneggiatura».



Un'altra forza di "Unisono" è certamente il cast. Non a caso il corto ha vinto anche il premio per la miglior attrice protagonista andato a Monia Rosa (oltre a quelli per il miglior montaggio, i migliori ambienti e scene, la miglior locandina e il premio del pubblico). «Conoscevo già alcuni attori con cui mi ero trovato bene - spiega Paolo Budassi -. Avevo tre ruoli, i due femminili sono andati a Silvana Spina, con cui avevo già fatto due corti, e Monia Rosa, con cui ne avevo fatto un terzo. Perfette entrambe. Per il ruolo maschile ho scelto Roberto Cardone, attore bravissimo che avevo visto in alcuni corti di un collega».



"Unisono" è stato girato tra Roma e Monterotondo in circa 10 giorni di riprese. «L'atmosfera sul set era bellissima. C'era rispetto per il tema trattato e per chi lo ha vissuto davvero - continua -. Ricordo che quando abbiamo girato al parcheggio del pronto soccorso del Policlinico di Tor Vergata il tutto è avvenuto nel silenzio totale. Una sensazione quasi surreale e sul volto degli attori questo si è visto, regalando ancor piu emozione al finale».



Questa la cosa più bella. E la più brutta? «Durante le riprese in macchina, Roberto Cardone doveva guidare realmente veloce per rendere credibile il movimento. All'imbocco di una galleria ci siamo trovati davanti un'auto che aveva appena fatto un testacoda ed era in diagonale ferma sulla carreggiata. Attimi di paura. Fortunatamente siamo riusciti a passare tra la macchina e il guard rail ed evitare l'incidente».



Paolo Budassi, che nel 2000 ha frequentato un corso di sceneggiatura cinematografica diretto da Franco Rina con docenti del calibro di Andrea Camilleri, Vincenzo Cerami, Ugo Pirro e Umberto Marino, svela i suoi modelli: «Se penso a quelli del passato, allora coloro che mi hanno segnato sono senza dubbio Stanley Kubrick e Kristof Kieslowski. Quello che mi piace di loro è come indagano l'animo umano. Aldilà della perfezione stilistica dei loro lavori mi colpisce proprio questo aspetto: come raccontano le vicende dell'uomo. Tra i moderni cito Danny Boyle: mi piace il suo modo di raccontare fuori dagli schemi, montaggi esasperati, personaggi forti e precisi».



Progetti per il futuro? Un lungometraggio in cantiere? «No per ora non ci penso. Mi sto facendo le ossa sul corto. Mi piace, mi emoziona, mi rende felice, ma se dovessi avere un buona storia fra le mani e un produttore che credesse in me, sarebbe di certo una bella avventura da vivere».



Paolo Budassi ha fondato una piccola casa di produzione cinematografica, la PitefogreFilm, con la quale è riuscito a dare vita alla sue storie. Ha girato 11 corti tra il 2005 e il 2014, tra cui “La parte che manca”, vincitore di ben 10 premi in giro fra i festival nazionali e internazionali e circa 60 selezioni per le fasi finali. La storia del corto racconta la vita di Elena, una donna sopravvissuta sotto le macerie di un terremoto.



INFO GENERALI

Mese / Anno: Novembre / 2014

Durata: 15 minuti 25 secondi

Formato originale: 1080p / Dslr cam / Canon 5D Mark III



CAST ARTISTICO

Monia Rosa

Roberto Cardone

Silvana Spina



CAST TECNICO

Regia: Paolo Budassi

Soggetto e Sceneggiatura: Paolo Budassi

Direttore della fotografia: Paolo Budassi

Operatore camera: Paolo Budassi

Aiuto regista: Francesca Nori

Fonico: Maurizio Bianchi

Montaggio e sonoro: Paolo Budassi, Cristina Sammartano

Segretarie di edizione: Roberta Seclì e Marilita Lamanna

Operatore Crane: Angelo De Gennaro

Make-up artist: Elisa Crisostomi

Organizzatore generale: Francesca Nori

Musica originale: Federico Procopio

Fotografa di scena: Francesca Nori

Ultimo aggiornamento: Mercoledì 29 Luglio 2015, 18:32