Sexting, la moda esplode in Italia:
sms e foto osè per un ragazzo su due

Sexting, la moda esplode in Italia: sms e foto osè per un ragazzo su due
ROMA - Tra le mode introdotte con l'utilizzo di smartphone e app di messaggistica, una delle preferite dei giovani d'oggi è il sexting, ossia lo scambio di messaggi e foto osè via sms o social network. Un fenomeno che interessa circa la metà dei ragazzi del nostro Paese, secondo una ricerca presentata oggi nella sede del Comune di Milano da Cremit (Centro di ricerca sull'educazione ai media, all'informazione e alla tecnologia) dell'università Cattolica e da Pepita Onlus. Una giornata di incontro fra giovani, esperti, associazioni ed educatori, intitolata 'Uno, nessuno, centomila: adolescenti, cittadinanza e comportamenti digitalì. L'indagine ha coinvolto 1.800 ragazzi e ragazze tra 14 e 18 anni. Il 37% degli intervistati dichiara di aver condiviso online segreti e immagini di un amico o un'amica senza il suo consenso; il 50% ha ricevuto messaggi di testo o foto o video da uno sconosciuto; il 43% ha visto condivisi segreti e foto senza il proprio consenso; il 51% ha ricevuto immagini o video di un amico o amica in costume da bagno, o in atteggiamenti sessualmente espliciti. Il Cremit ha distribuito i questionari in 20 scuole superiori tra licei, istituti tecnici e professionali della provincia di Monza, evidenziando che il 20% posta messaggi a contenuto sessuale «per divertimento», il 12,6% «per fare colpo», l'11,6% «per essere popolare» e l'8,7% «per prendere in giro qualcuno». Pepita Onlus ha organizzato focus group in diverse città d'Italia, tra cui Milano, rilevando tra le motivazioni principali «per ricevere attenzione» (25% di risposte fra le ragazze, 15% nei ragazzi) e «per ricevere commenti positivi» (23% ragazzi, 19% ragazze).



INTERNET Oltre il 90% degli adolescenti italiani usano Internet e il 98% di chi naviga dichiara di avere un profilo su uno dei social network più conosciuti (Facebook, Twitter). «Purtroppo iniziano a non essere rari gli episodi di sexting e cyberbullismo che coinvolgono anche i bambini, prima ancora che inizino la scuola superiore - commenta Francesco Cappelli, assessore all'Educazione e Istruzione del Comune di Milano - Noi siamo già impegnati a promuovere progetti» come la giornata organizzata dalle cooperative sociali Pepita Onlus e Industria Scenica, insieme all'associazione Contorno Viola, «che prevengano questi fenomeni. Ma è fondamentale che ci sia la collaborazione tra scuola e famiglia: agli adulti, genitori e insegnanti, spetta la responsabilità di una maggiore attenzione su comportamenti che sono campanelli d'allarme e spesso nascondono episodi più gravi su cui è fondamentale intervenire in tempo». Oggi è stata annunciata anche la nascita di un gruppo permanente su 'Educazione e cyberbullying', con esperti del settore e rappresentanti delle associazioni, che unisce diverse competenze e strategie di intervento. L'obiettivo, spiega una nota da Palazzo Marino, è «promuovere azioni mirate e concrete destinate ai diversi contesti educativi: dalla scuola agli oratori, alle società sportive, passando in rassegna i diversi comportamenti a rischio messi in atto dagli adolescenti e registrati sui diversi social network. Verranno studiati i comportamenti non conformi messi in atto da minori nell'ambito e attraverso i media digitali, in particolare nei social network, e forniti percorsi concreti ed efficaci di educazione preventiva con metodologie integrate».
Ultimo aggiornamento: Venerdì 17 Ottobre 2014, 18:25
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