Land Rover, dopo 67 anni va in pensione
la mitica Defender: caccia agli ultimi esemplari

Land Rover, dopo 67 anni va in pensione ​la mitica Defender: caccia agli ultimi esemplari

di Giampiero Bottino
A 67 anni suonati, anche per le leggende scocca l'ora della pensione. Il Defender non fa eccezione. Almeno nelle vesti a noi familiari, frutto di un costante aggiornamento tecnologico accompagnato da un sano conservatorismo stilistico che non ha mai stravolto il look della Land Rover Serie 1 che nel lontano 1948, con la targa britannica HUE 166 e l'affettuoso soprannome di “Huey”, fu svelata ad Amsterdam non solo come nuova vettura, ma anche come bandiera di un marchio appena nato.





Il Defender in arrivo l'anno prossimo, pur mantenendo inalterati lo spirito d'avventura e la capacità di superare, per lavoro o per svago, qualsiasi ostacolo, disporrà delle tecnologie più evolute sviluppate da un gruppo che vede nell'innovazione la chiave del proprio futuro. Sarà sempre un Defender muscoloso e instancabile, ma meno spartano e più attento al comfort e all'efficienza grazie a motori di nuova concezione e alle tecniche di costruzione leggera incentrate soprattutto sull'alluminio – fiore all'occhiello della ricerca Jaguar Land Rover – che consentono di ridurre i pesi aumentando la robustezza.



Il modello attuale si prepara ad ammainare la sua gloriosa bandiera. Ma lo fa con il piglio del protagonista, con un passo d'addio anticipato dal Defender 2.000.000, l'esemplare unico realizzato per celebrare il prestigioso traguardo produttivo tagliato dalla storica fabbrica di Solihull, presentato all'ultimo Festival della Velocità di Goodwood e destinato ad andare all'asta a dicembre, con ricavato da devolvere a Croce e Mezzaluna Rosse, oltre che alla “Born free foundation”.

Avranno invece una mission commerciale le tre “limited edition” destinate ad accompagnare l'uscita di scena del leggendario fuoristrada: la Heritage ispirata alla HUE 166, la Adventure che ne incarna lo spirito libero (entrambe disponibili in Italia verso la fine dell'anno) e la Paul Smith personalizzata dall'omonimo designer e caratterizzata dalla livrea ispirata ai colori dei veicoli delle Forze Armante britanniche, che del Defender sono il cliente numero uno.



Un passo d'addio in grande stile che coincide con l'unico rimpianto confessato da Daniele Maver, presidente di Jaguar Land Rover Italia orgoglioso perché la struttura da lui diretta è stata giudicata da Andy Goss, direttore vendite globali, la miglior filiale nazionale del gruppo, ma dispiaciuto per l'insufficiente disponibilità di prodotto perché «non abbiamo avuto il coraggio dei nostri colleghi tedeschi, che nell'ultimo anno di vita del Defender hanno raddoppiato il target di vendita».
Ultimo aggiornamento: Martedì 7 Luglio 2015, 12:48
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