La scuola e l'università ripartono nel caos
tra supplenti in cattedra e caro-test

La scuola e l'università ripartono nel caos ​tra supplenti in cattedra e caro-test

di Lorena Loiacono
ROMA - Ancora supplenti in cattedra, un esercito, e ancora polemiche per i test a numero chiuso nelle università che per le tasche dei ragazzi costano caro. E così la scuola riparte in salita.





In questi giorni, con le lezioni che riprendono a macchia di leopardo, vengono assegnate le cattedre ai supplenti oltre che ai potenziali 9mila docenti a cui è stata offerta l'assunzione per la fase b del piano straordinario che, entro venerdì, dovranno accettare o meno il ruolo. I neoimmessi però sembrano essere decisamente meno. La denuncia arriva dall'Anief: per il momento sono circa 5mila i docenti che hanno accettato il ruolo, poco più di uno su 2. Tutti gli altri ci stanno pensando, valutando la distanza da casa e i costi per la famiglia, sia economici che personali.



E così i posti che resteranno vuoti andranno ad incrementare le solite supplenze che la Buona Scuola avrebbe invece voluto far sparire: «Anche quest'anno - spiega il segretario Anief, Marcello Pacifico - verranno assegnate 7mila cattedre al 31 agosto e 93mila al 30 giugno. Questo bailamme di nomine e contro-nomine si protrarrà sino a dicembre con la solita mancanza di continuità didattica per gli allievi».



Al piano straordinario manca ancora la fase C, prevista per metà novembre, in cui potrebbero essere assunti 55mila precari sull'organico del potenziamento. I docenti sono però sul piede di guerra e per gli studenti l'atmosfera non cambia: ieri è partita la stagione dei test di ingresso a numero programmato, per la facoltà di medicina, a cui seguiranno oggi veterinaria, poi architettura e scienze della formazione. Oltre a tutte le facoltà a numero chiuso per scelta dei singoli atenei: per l'Udu si tratta di quasi una facoltà su due, 1846 su 4234 impongono infatti lo sbarramento.



E allora ieri, prima dei test, sono andati in scena flash mob alla Sapienza di Roma così come a Milano, Napoli, Torino, Bologna, Bari, Salerno, L'Aquila, Campobasso, Pisa, Siena, Ferrara, Padova, Udine e Trieste. Oltre al blitz dell'Udu al ministero di viale Trastevere con lo striscione “vogliamo un'università senza barriere”. Non solo. Secondo una stima del portale Skuola,net il test di ingresso costa caro: “a Milano Bicocca l'iscrizione costa 10 euro, a Napoli 100 euro. Considerato che i candidati sono circa 57 mila per 9 mila posti, l'incasso per le università pubbliche ammonterebbe a poco meno di 3 milioni di euro”.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 9 Settembre 2015, 08:13
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