Sesso, con la primavera si svegliano gli ormoni:
boom di richieste delle protesi 'per lui'
L'intervento per la protesi al pene con la nuova tecnica «si può fare - prosegue il chirurgo - in 'day hospital' e con l'anestesia locale. Il device si attiva con un piccolo meccanismo inserito nella borsa scrotale, in questo modo si fa passare il liquido nei cilindri, all'interno della protesi, e si ha l'erezione». Dopo 40 giorni si torna a un'attività sessuale normale: «un motivo in più per molti uomini in 'difficoltà' per sottoporsi all'intervento in questo periodo - osserva Antonini - così da essere pronti per l'arrivo dell'estate e delle vacanze». «Ancora oggi il vero problema di chi soffre di disfunzione erettile o eiaculazione precoce è affrontare il problema - sottolinea Antonini - spesso lo nascondono e questo provoca non pochi problemi psicologici e di coppia. Mentre basterebbe parlarne con il proprio medico o con uno specialista per affrontare al meglio la questione e scegliere la terapia. Senza trascurare, come ancora fanno in molti, anche la chirurgia». Ma quale è l'identikit di chi opta per un impianto protesico al pene? «Si va dai 30 agli 80 anni - risponde l'esperto - è importante che non ci siano alterazioni del tessuto endoteliale e che nei soggetti giovani non si sia una fuga venosa. Quest'ultima condizione non preclude l'erezione, ma il suo mantenimento nel tempo. Chi ha la protesi - chiosa Antonini - è assolutamente soddisfatto dei risultati e non tornerebbe indietro».
Ultimo aggiornamento: Sabato 18 Aprile 2015, 13:26
© RIPRODUZIONE RISERVATA