Tiziano, bimbo disabile di 7 anni allontanato
dalla palestra di karate: "Disturba"

Tiziano, bimbo disabile di 7 anni allontanato dalla palestra di karate: "Disturba"
ROMA - Tiziano ha sette anni, è un bambino vivace, ma è affetto dalla sindrome di Rubinstein-Taybi, causa di un ritardo psico-motorio.

Non parla ma comprende tutto quello che gli viene detto e riesce ad avere le sue amicizie. Frequenta un corso di nuoto da anni, era iscritto a uno di arti marziali, in una palestra privata del Tuscolano, fino a pochi giorni fa quando, a sorpresa, i maestri hanno deciso di “allontanarlo”.



«È stata una vergogna, una scandalosa discriminazione – denuncia la madre Emanuela Capanna – ma non può finire qui, ho già consultato l'avvocato. Mio figlio aveva tutto il diritto di seguire quelle lezioni. Non avevamo nascosto il suo problema e ha fatto ben due giornate di prova perché la proprietà potesse verificare la situazione. Io stessa ho chiesto subito se fossero in grado di gestirlo e, conosciuto il bambino, mi è stato assicurato che non ci sarebbero stati problemi. Dai proprietari e c’è stato confermato che l’istruttore non lo voleva. Non ho replicato, perché c’era il piccolo e non volevo che si sentisse umiliato. Non è giusto: si parla sempre di integrazione, poi però i diversamente abili vengono discriminati. Lo hanno mandato via perché al maestro dava fastidio. E adesso il bambino dice: kung-fu, kung-fu, perché gli piaceva andare al corso e io devo inventarmi scuse per non portarlo. Non posso dirgli che non lo vogliono. È uno scandalo", ha concluso la mamma.



"È un episodio grave che offende tutta la città di Roma e tutti coloro che credono nell'integrazione nella cultura del rispetto. Per questo vogliamo esprimere la nostra solidarietà e vicinanza alla famiglia e mettiamo a disposizione uno dei centri sportivi affiliati US Acli per far svolgere al ragazzo attività sportiva gratuita".



È quanto dichiara Luca Serangeli, presidente dell'Unione Sportiva Acli di Roma in merito alla vicenda di un bambino con handicap allontanato dai corsi di arti-marziali. "Riteniamo inaccettabile - aggiunge Serangeli - che una struttura professionistica non sia in grado di accogliere un ragazzo con disabilità. Non si può accettare una vicenda del genere soprattutto quando si parla di sport che dovrebbe aiutare, ad ogni grado e livello, ad abbattere le barriere architettoniche e culturali che affliggono questa nostra città".
Ultimo aggiornamento: Lunedì 9 Marzo 2015, 20:43
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