Roma, lo scandalo dei filobus: "Su 30 solo
sette funzionanti, gli altri guasti al deposito"

Roma, lo scandalo dei filobus: "Su 30 solo ​sette funzionanti, gli altri guasti al deposito"

di Franco Pasqualetti
Fermi. Bloccati. Praticamente esauriti. Per i filobus della Capitale le batterie sono a terra. Definitivamente. Su trenta mezzi (acquistati tra il 2005 e il 2008) ne funzionano appena sette.





E gli altri 23? «Sono bloccati nel deposito di Montesacro - tuona Micaela Quintavalle, sindacalista di Cambiamenti e autista Atac - e “cannibalizzati” per ottenere i pezzi di ricambio per le vetture che circolano». Uno scandalo che, secondo l'Atac, vede al centro una disputa tra l'Azienda che muove i mezzi pubblici della Capitale e la ditta fornitrice: «Ma quei filobus - continua la Quintavalle - sono costati 900mila euro l'uno: sono per metà ungheresi (Ganz, ndr.) e per metà polacchi (Solaris che si occupa più che altro di allestimento, ndr.). I tecnici ungheresi erano stati chiari: le batterie funzioneranno bene se e solo se il mezzo sarà attaccato al filo. I tratti in cui non sarà attaccato al filo dovranno essere brevissimi altrimenti si romperanno presto. Sempre gli ungheresi proposero una soluzione con una duplice batteria: quella da utilizzare a vettura attaccata ai fili e quella per la vettura in movimento non sulla rete aerea. Ma la proposta venne respinta perché costava troppo. Ora ci troviamo con un deposito ultratecnologico ridotto a cimitero i mezzi ecologici».



In effetti basta fermarsi sulla Nomentana per rendersi conto che di filobus (le linee servite dai mezzi col pantografo erano due: la 90 e la 60, ma quest'ultima è stata tagliata dal servizio) ne circolano davvero pochissimi: «Al loro posto - dice la sindacalista - vengono impiegati i bus da 12 metri, che hanno capacità di carico nettamente più bassa. Chiediamo pertanto all'Atac una spiegazione: come cittadini, contribuenti, utenti e lavoratori».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 9 Luglio 2014, 14:05
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